Sabaudia, ladri rubano camper e li lasciano in costume da bagno. «Siamo usciti dall’acqua e non c'era più nulla»

«Sono convinto che siano stati dei professionisti a fare il colpo, il mio camper era nuovissimo ed era parcheggiato in una zona dove c’erano altri mezzi» ha spiegato Gregory

Sabaudia, ladri rubano camper e li lasciano in costume da bagno. «Siamo usciti dall’acqua e non c'era più nulla»
di Giuseppe Baratta
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Martedì 23 Agosto 2022, 21:37 - Ultimo aggiornamento: 24 Agosto, 21:29

«Sono uscito dall’acqua e il mio camper non c’era più, mi hanno rubato tutto e sono rimasto solo con mio figlio dodicenne, in costume, disperato sul bordo della strada con in mano gli asciugamani e il cellulare scarico».
Gregory Leroy, insegnante di scuola primaria, 50 anni, francese, alla fine della sua vacanza in Italia è stato lasciato letteralmente in mutande alla fine del suo soggiorno. Nel viaggio di ritorno si era fermato al confine tra Latina e Sabaudia, a Rio Martino, in uno dei tratti più suggestivi della costa del Parco Nazionale del Circeo. Quel posto è conosciuto come “la strada interrotta” ed è molto frequentato e adorato dagli appassionati di kitesurf.

«Ciao caro, come stai?» e poi l'abbraccio truffaldino per scippare l'anziano in strada

«Vengo in Italia da vent’anni e già in passato avevo organizzato dei giri molto lunghi, viaggiando sempre in camper dalla Francia passando in traghetto per la Sardegna, poi la Calabria e la Sicilia - racconta Gregory, originario di La Roche-sur-Yon, cittadina di 55mila abitanti nella Francia centro-occidentale a pochi passi da Nantes - Anche quest’anno il nostro giro era stato molto interessante e divertente, oltre un mese di viaggio in Italia, seguendo le rotte che da sempre mi appassionano: dopo aver girato il sud stavamo tornando verso la Francia con una tappa a Napoli, lì mia moglie ha preso un aereo per anticipare il suo ritorno a casa mentre con mio figlio Titouan stavamo completando il rientro passando per la costa laziale».

La sosta tra Latina e Sabaudia è stata fatale per il nuovo camper della famiglia Leroy. «Sono convinto che siano stati dei professionisti a fare il colpo, il mio camper era nuovissimo ed era parcheggiato in una zona dove c’erano altri mezzi simili di famiglie con cui avevamo anche fatto amicizia» ha spiegato Gregory.

GLI AIUTI

Nonostante la pessima situazione ha avuto la fortuna di trovare alcune brave persone che lo hanno aiutato. «La persona che aveva il camper a fianco del mio ha chiamato le forze dell’ordine e mi ha aiutato a dialogare con loro, ho trovato molta solidarietà».

Nicola e Patrizio hanno aiutato Gregory e il figlio a raggiungere la stazione dei carabinieri di Borgo Grappa dove sono stati supportati dal maresciallo Andrea Gravina e da altri militari fuori servizio che si sono subito attivati per sostenere i malcapitati turisti francesi: un appuntato è salito a casa per recuperare gli abiti del figlio per donarli al ragazzo, sono state recuperate le scarpe ed è stata ordinata la pizza per provare a portare un briciolo di sorriso in una situazione molto complicata.

«L’assicurazione ha fatto arrivare un taxi che ci ha portati in un hotel ad Aprilia e da lì siamo riusciti a raggiungere Roma dove, al consolato francese, abbiamo ottenuto le copie dei documenti per poter finalmente tornare a casa - racconta Gregory, che ha denunciato il furto del suo Challenger 388 EB bianco targato EB050XT del valore di circa centomila euro, oltre agli effetti personali e materiale tecnico per il kitesurf - nel camper avevo praticamente tutta la vita della mia famiglia ma anche le medicine». 

«TORNERÒ»

Nonostante l’estremo disagio, Gregory non chiude le porte all’Italia. «Sono molto arrabbiato, questo è evidente, ma credo che in futuro tornerò ancora in Italia, perché queste cose possono succedere anche altrove - conclude il professore - mi dispiace anche per il fatto che possano esistere persone senza scrupoli che, con le loro azioni, mettono a disagio un padre di famiglia, lasciando il figlio senza un tetto e senza abiti, mi dispiace che nel mondo ci sia gente simile: io a scuola cerco di trasmettere ai miei alunni valori positivi e mi piacerebbe che il mondo diventasse un posto migliore».
 

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