L'assassino di Romeo pagherà con due anni di messa alla prova

L'assassino di Romeo pagherà con due anni di messa alla prova
di Sandro Gionti
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Giovedì 6 Ottobre 2022, 11:38

Due anni di messa alla prova per Camillo B., il 17enne di Casapulla, in provincia di Caserta, accusato di omicidio preterintenzionale nei confronti dello studente formiano Romeo Bondanese, iscritto al penultimo anno dell'Istituto Nautico Caboto di Gaeta, ucciso con una coltellata la sera di Carnevale del 16 febbraio 2021 a Formia, sul terrazzo di via Vitruvio che sovrasta la darsena de La Quercia. E un anno di messa alla prova è stato, invece, deciso per gli altri tre minorenni di Recale, Caserta e Porto di Caserta che erano in compagnia di Camillo la sera dell'atroce delitto e che erano fuggiti insieme dopo il sanguinoso episodio, per il quale erano accusati di concorso in rissa aggravata.

E' questo il provvedimento emesso ieri dal Gup del Tribunale dei Minori di Roma, Efisia Gaviano, nell'ultima udienza del processo per l'omicidio di Romeo. La messa alla prova è un programma di riabilitazione, della durata di due anni per Camillo e di uno per gli altri tre casertani, tutti incensurati, da svolgere nel paese d'origine, con l'ausilio anche di assistenti sociali e psicoterapeuti, presso associazioni locali di carattere sociale e sportivo. Un programma che, in caso di esito positivo, porterà all'estinzione del reato per i quattro ragazzi al termine della prova, che scadrà l'11 ottobre 2024 per Camillo e l'11 ottobre 2023 per gli altri tre giovani, uno solo dei quali ha raggiunto recentemente la maggiore età. Per chi non superasse la prova, invece, si riaprirebbe il processo. Il quinto giovane inizialmente coinvolto nel tragico episodio, il formiano Osvaldo Vellozzi, cugino della vittima, che aveva scelto il giudizio abbreviato, è stato assolto nell'udienza del maggio scorso, dall'imputazione di rissa aggravata. Il giudice ha riconosciuto che il ragazzo non ha partecipato ad alcuna rissa ed era solo intervenuto per tentare di salvare il cugino, finendo per essere accoltellato anche lui ad una gamba. Il pm Maria Perna ha però fatto ricorso contro la sentenza assolutoria.
All'udienza di ieri ha voluto essere presente anche la madre di Romeo, la signora Tina Di Nucci, accompagnata dal legale di parte civile, l'avvocato Civita Di Russo.

In aula non c'erano altri familiari dei ragazzi casertani, solo i rispettivi legali.

Palesemente scossa la signora Tina, che al termine ha rilasciato una breve dichiarazione: «Ringrazio il giudice per il provvedimento, ma profondamente delusa per le regole di questo tipo di procedimenti, che legittimano dei ragazzi ad andare in giro con un coltello in tasca. Così ci saranno ancora tante altre vittime come Romeo e tante mamme come me che piangono un figlio così immaturamente e atrocemente strappato alla vita». «Sono proprio queste regole processuali che dovrebbero essere cambiate», ha ribadito l'avvocato Di Russo. A Formia e nel Golfo il ricordo del ragazzo è ancora vivo fra i suoi tanti amici, che non mancano di sostare brevemente per un sorriso e una preghiera dinanzi alla stele circondata da fiori, eretta nello stesso luogo, quella piazzola attigua al ponte Tallini, in cui trascorse i suoi ultimi attimi di vita.

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