Dalla Janssen di Latina arriva il nuovo farmaco
per l'epatite C, Lorenzin: «Siamo un'eccellenza»

Dalla Janssen di Latina arriva il nuovo farmaco per l'epatite C, Lorenzin: «Siamo un'eccellenza»
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Martedì 17 Febbraio 2015, 19:07 - Ultimo aggiornamento: 18 Febbraio, 09:19
LATINA - Janssen ha annunciato l'arrivo, a giorni, in Italia del nuovo farmaco per l'Epatite C, simeprevir, che verrà prodotto proprio nello stabilimento italiano e, a conferma dell'importanza strategica del polo di Latina, l'azienda ha confermato di proseguire con il piano di sviluppo industriale, che prevede investimenti pari a 80 milioni di euro dal 2016 al 2021.

L'annuncio è stato dato oggi nel corso di un evento alla presenza del ministro della Salute Beatrice Lorenzin e del governatore del Lazio Nicola Zingaretti.



Negli ultimi 5 anni il polo italiano ha ricevuto investimenti per 100 milioni di euro, che hanno portato a un ampliamento di 3.000 metri quadrati e a un aumento della capacità produttiva, che è più che raddoppiata, passando da 1,8 miliardi di compresse all'anno nel 2010, ai 4 miliardi nel 2015. Il piano di investimenti prevede altri 80 milioni di euro nei prossimi 6 anni, che porteranno la cifra totale a 180 milioni di euro in circa 10 anni, dal 2010 al 2021. Gli investimenti saranno volti a efficientare e innalzare il livello tecnologico dei processi produttivi.



«Diversi sono i fattori che concorrono a rendere l'Italia un Paese competitivo e a richiamare

investimenti, come nel caso dello stabilimento di Latina - afferma Massimo Scaccabarozzi, presidente e Amministratore Delegato di Janssen Italia e presidente di Farmindustria - si tratta di atout importanti che Janssen ha saputo cogliere e valorizzare, anche per la corrispondenza tra la cultura del lavoro di quest'area e il proprio impegno per l'innovazione, la crescita professionale dei collaboratori e l'attenzione alla sostenibilità ambientale».



«Ma se vogliamo favorire questa crescita - conclude Scaccabarozzi - sono necessarie azioni politiche

incisive che vadano nella direzione di migliorare l'accesso ai nuovi farmaci, con un rapido accesso e il

giusto riconoscimento ai nuovi farmaci innovativi, e al tempo stesso rendere più efficienti le procedure, in

modo da valorizzare la presenza industriale nel Paese. Infine va riconosciuto un approccio nuovo da parte delle Istituzioni - Governo e importanti Regioni - di maggiore attenzione e sensibilità verso le imprese del farmaco. È fondamentale riconoscere che i farmaci sono uno strumento di efficienza per tutto il sistema di Welfare e vanno valutati per i risparmi che generano per il Ssn e la spesa socio-assistenziale».



IL MINISTRO - «Potrei sembrare noiosa perché lo ripeto spesso, ma deve entrare in mente a tutti i decisori che questo settore può dare le maggiori soddisfazioni in Italia in questo momento, insieme al biotech e all'agroalimentare». Parla così della farmaceutica il ministro della Salute Beatrice Lorenzin, oggi al sito Janssen di Latina.



«Nonostante tagli ai fondi, regole abbastanza incomprensibili e payback - ha aggiunto - continuiamo a essere secondo hub europeo e con poco potremmo diventare il primo, se non ci tagliamo le gambe da soli. Il ritorno c'è in parte subito e in parte nel tempo, ma i benefici sono per i cittadini, che hanno accesso a una gamma di farmaci innovativi da grande Paese avanzato, e per il Paese, per l'alto livello tecnologico e di personale».



«Occorre sviluppare asset di cui si vedranno risultati nel tempo. Non si può lasciare l'industria: senza - ha

avvertito il ministro - l'Italia non può navigare in maniera competitiva rispetto al resto del mondo. Bisogna cambiare la prospettiva culturale. Sanità non è solo un costo e questo settore produce economia. Occorre armonizzare gli interventi e non pensare che fatta una norma non serva implementarla con altri provvedimenti».
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