Latina, infortuni da Covid l'Inail verifica le denunce presentate

Latina, infortuni da Covid l'Inail verifica le denunce presentate
di Giovanni Del Giaccio
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Mercoledì 3 Giugno 2020, 08:45
Solo 25. Nulla rispetto ai dati nazionali, certo, anche se parliamo di casi dovuti al Covid 19 che tanta apprensione hanno creato e stanno ancora creando. Uno degli aspetti è legato alle malattie professionali o, meglio, infortuni da contagio Covid registrati dall'Inail, l'istituto nazionale per l'assicurazione contro gli infortuni sul lavoro. Sono stati 37.352 tra la fine di febbraio e il 4 maggio in tutta Italia, con 129 morti. I decessi sono quindi lo 0,3% del totale. Nel Lazio si sono verificati il 2,9% dei casi totali, secondo l'Inail, pari a 1083 e a Latina, come detto, 25, tra i quali uno con esito mortale. Il dipendente dell'Inps.
«Dobbiamo tenere conto - spiega Massimo Potestà, direttore della sede pontina - che non tutti sono assistiti da noi per gli infortuni, ad esempio forze dell'ordine e medici di base hanno propri istituti». Possono essere anche di più, quindi, quelli che hanno contratto il Covid 19 lavorando.

Ma torniamo al dato pontino che rappresenta il 2,3% del totale del Lazio ed è una parte infinitesimale rispetto all'Italia dove il maggior numero di infortuni legati al Coronavirus è stato denunciato in Lombardia (34,2%), Piemonte (14,9%) ed Emilia Romagna (10%). In tre regioni si concentrano, quindi, il 60% dei casi. L'analisi territoriale dell'Inail evidenzia che quasi 8 denunce su 10 di infezione sul lavoro sono concentrate nel Nord-Ovest (53,9% del totale) e nel Nord-Est (25,2%), con gli altri casi distribuiti tra il Centro (12,5%), il Sud (6,0%) e le Isole (2,4%).
«Dobbiamo ricordare - aggiunge Potestà - che si tratta di denunce pervenute, gli uffici svolgono poi accertamenti sull'infortunio e verificano se c'è un nesso tra il lavoro svolto e il contagio».
Dei 25 pontini per i quali è stata aperta una procedure all'Inail 17 sono operatori sanitari - la categoria più colpita(40%) in Italia - gli altri 8 dipendenti di settori diversi: «Svolgeremo le verifiche - conferma il direttore - su ciascuno di essi. Debbo dire che rispetto al Lazio e al resto d'Italia la situazione qui è estremamente incoraggiante, i sistemi adottati hanno evidentemente funzionato».

I DATI
Nei giorni scorsi il direttore generale della Asl, Giorgio Casati, ha riferito che sono 20 gli operatori sanitari coinvolti (4 medici, 11 infermieri, 2 tecnici rx, 2 Oss e un centralinista) ai quali occorre aggiungere gli altri due casi di lunedì, in qualche modo legati al focolaio della dialisi di Priverno. Non va dimenticato che si sta aprendo un fronte sulle possibili responsabilità dei contagi. Gli imprenditori, in particolare, vogliono uno scudo penale che escluda il loro potenziale coinvolgimento rispetto a infortuni del genere, soprattutto in presenza dell'adozione di idonee misure di protezione.
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