Incendio alla Loas, telecamera manomessa la notte precedente

Incendio alla Loas, telecamera manomessa la notte precedente
di Stefano Cortelletti
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Martedì 1 Settembre 2020, 06:35
Le indagini sull’incendio che ha distrutto l’impianto di stoccaggio rifiuti Loas di Aprilia stanno andando ormai verso un’unica direzione: il dolo. Gli inquirenti stanno mettendo insieme tutta una serie di segnali che tendono ad escludere l’origine accidentale delle fiamme, propendendo invece per un disegno criminoso ben studiato e attuato nei minimi dettagli. 

La questione è emersa durante una delle ultime riunioni in prefettura. Primo spunto su cui stanno lavorando le forze dell’ordine è la telecamera puntata sull’impianto di via dei Giardini, che qualcuno la notte precedente l’incendio ha girato utilizzando un bastone, probabilmente una delle canne che crescono nei fossi. Sperava che in questo modo avrebbe garantito un salvacondotto agli autori dell’incendio, ma questo uomo misterioso non si è accorto della presenza di una seconda telecamera che avrebbe ripreso tutta la scena: l’avvicinamento, lo spostamento dell’inquadratura, la fuga. Attraverso il sistema di videosorveglianza comunale era stata individuata un’auto sospetta su cui si erano concentrate in un primo momento le indagini, salvo poi rilevare che quella vettura era estranea ai fatti. 

C’è poi un altro elemento che ha destato più di qualche perplessità: per quale motivo, nei giorni antecedenti il rogo, era stato chiesto da parte della Loas il potenziamento dei passaggi della vigilanza privata? C’era stata qualche avvisaglia che aveva messo in allarme la proprietà dell’impianto? Anche su questo si sta concentrando il lavoro delle forze dell’ordine. Infine, la testimonianza chiave: un residente nei pressi dell’impianto la sera dell’incendio ha chiaramente avvertito quattro differenti scoppi partire dal sito, prima di notare il fumo nero che si levava in alto. Forse gli inneschi che azionavano le fiamme? Per il momento le forze dell’ordine mantengono riserbo sulle indagini, per non rischiare di compromettere alcune piste.

In attesa che si faccia chiarezza, i comitati di quartiere di Aprilia si sono uniti e hanno inviato alla procura, all’antimafia, al sindaco e al prefetto di Latina, fino al presidente del Consiglio dei ministri e al presidente della Repubblica un esposto per disastro ambientale, sottolineando come «segnalazioni precedenti più volte oggetto di denunce ed esposti rivolti alle amministrazioni locali ed alle Istituzioni competenti», siano «rimaste ad oggi senza esito alcun esito». Che vi siano ancora dubbi sulle conseguenze ambientali provocate dall’incendio lo dimostra l’ordinanza firmata ieri mattina dal sindaco Antonio Terra: se da una parte sono venute meno alcune prescrizioni per le attività commerciali e i residenti nella zona a ridosso dell’impianto andato a fuoco, rimangono in vigore invece i divieti di raccolta, vendita e consumo di prodotti vegetali e di origine animale provenienti dall’area. Il Comune rimane infatti in attesa dei risultati delle analisi effettuate sul suolo e sulle acque.

Giovedì, intanto, è stata fissata la riunione della commissione ambiente, nel corso della quale l’assessore Monica Laurenzi illustrerà ai consiglieri le criticità che permangono e le azioni messe in campo dall’amministrazione comunale, per quanto di sua competenza. Sabato 5 settembre alle 15.30 in piazza Roma si terrà invece una manifestazione dal titolo “Tuteliamo Aprilia 2.0”. Uno degli obiettivi è di creare un coordinamento dei comitati di tutte le zone interessate sia della provincia di Latina che di quella di Anzio, Nettuno, Ardea e Pomezia, e avviare una class action. 
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