Incendi, l'Arcivescovo Luigi Vari: «Distruggere il territorio per i propri interessi e per qualunque altro motivo è un comportamento grave e immorale»

Incendi, l'Arcivescovo Luigi Vari: «Distruggere il territorio per i propri interessi e per qualunque altro motivo è un comportamento grave e immorale»
di Sandro Gionti
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Venerdì 5 Agosto 2022, 11:46

Un vero disastro ambientale quello che ha colpito la provincia nelle ultime ore. Nella mattinata di ieri c'era ancora qualche focolaio del grosso incendio appiccato dai piromani, si è sviluppato per tre giorni e tre notti in vari punti della montagna tra Itri e Formia sino al confine con Spigno Saturnia, distruggendo circa 500 ettari di patrimonio boschivo. Roghi che hanno interessato anche altre parti della provincia e la stessa Latina con un grosso incendio che ha minacciato l'Icot e attraversato letteralmente la Pontina.

Cresce l'indignazione dei cittadini e delle istituzioni. E tra le voci critiche c'è quella dell'Arcivescovo della Diocesi di Gaeta, monsignor Luigi Vari che, ricordando come da giorni il Lazio sud è interessato da vasti incendi che hanno distrutto ampie porzioni di territorio all'interno dei Parchi regionali, come quello dei Monti Aurunci, e in diversi Comuni tra i quali Fondi, Formia, Gaeta, Itri e Minturno, esprime un ringraziamento e un incoraggiamento ai vigili del fuoco e alle associazioni di Protezione Civile e del mondo del volontariato «che con sacrificio e passione assicurano ogni giorno la sicurezza alla popolazione». Al contempo, la Chiesa di Gaeta esprime una forte condanna verso coloro che «nell'anonimato e con dolo, hanno causato gli incendi distruggendo il nostro patrimonio naturale» e invita i cittadini non solo a farsi promotori della difesa del territorio ma anche con la denuncia alle autorità competenti.

«Ogni anno - aggiunge l'Arcivescovo - il nostro territorio è funestato dal fenomeno degli incendi. Quest'anno mi sembra ancora di più. Ieri sera la montagna di Formia in fiamme faceva paura, rendeva irrespirabile l'aria. Ma ancora di più scoraggiava considerare come questo fenomeno sembra impossibile da fermare». Poi la critica alle istituzioni: «Non sono un esperto da poter determinare l'origine degli incendi, ma certo qualche responsabilità da parte nostra c'è, almeno a livello di manutenzione del territorio e di indifferenza.

Poi, se come molti pensano, questi incendi sono dolosi, allora non ci sono parole per condannare comportamenti che non hanno alcuna considerazione dell'ambiente, del territorio, della salute, degli altri. Distruggere il territorio per i propri interessi e per qualunque altro motivo è un comportamento grave e immorale e non ha giustificazione. Il fenomeno degli incendi è come uno stigma su di noi. Non ci fa onore».

Appello del sindaco di Formia Gianluca Taddeo ai cittadini: «Invito i cittadini a segnalare qualsiasi principio di incendio sul territorio, che continuerà ad essere vigilato dalle forze dell'ordine. Sono incendi di natura dolosa, ma bisogna assolutamente tenere alta la guardia e prestare la massima attenzione per difendere questo nostro straordinario patrimonio naturalistico, faunistico, botanico e paesaggistico. Voglio complimentarmi con i volontari della Protezione Civile Ver Sud Pontino e con il suo presidente Antonio Tomao, che da anni operano senza soste e senza risparmio di energie a difesa del nostro comprensorio».

Il vice sindaco di Itri, Elena Palazzo, uno dei Comuni più colpiti, invita ad evitare le polemiche e a collaborare per contrastare con efficacia il fenomeno: «L'amministrazione - rammenta - si è occupata di riattivare la cisterna d'acqua in località Vacastello, costruita anni or sono con fondi regionali dalla Protezione civile e presto rimasta inutilizzata, che serve agli elicotteri per un pronto rifornimento d'acqua». Amaro il commento del gaetano Alessio Valente, docente di Geologia all'Università del Sannio: «Quel che resterà dei versanti montuosi di Formia, Fondi e Itri, devastati dagli incendi di questi giorni, corrisponderà a quanto teniamo alla nostra terra e alla nostra esistenza. Probabilmente non riusciamo a percepire cosa significa perdere la copertura vegetale di quei luoghi e neppure la conseguenza, anche solo temporanea, sui nostri organi».

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