Un difetto di comunicazione, un lungo disguido, e parte il contenzioso tra i proprietari di undici opere di Duilio Cambellotti esposte al museo di piazza San Marco. Il problema parte da lontano, vale a dire dalla fine del 2010, è in quella data che scade il contratto di comodato sottoscritto tra i privati e il Comune di Latina, contratto che andava rinnovato ma - non si sa bene per quale motivo - non è stato mai fatto.
Sono passati dodici anni, e i proprietari della collezione si sono rivolti al Tribunale civile, nella citazione chiedono la «restituzione di n. 11 opere d'arte» e la risoluzione del contratto di comodato sottoscritto il 28 giugno 2006 e scaduto il 31 dicembre 2010. Non solo, viene chiesta la condanna dell'ente al pagamento di una penale pari a 100 euro al giorno dalla data di scadenza fino al giorno della riconsegna. A partire dal 2020 è intercorsa una fitta corrispondenza tra Avvocatura, servizio Cultura, segreteria generale, di fatto nei mesi scorsi si arriva al contenzioso. «È tutto risolto - sottolinea subito il commissario straordinario Carmine Valente (nella foto) - chiedevano 200.000 euro, ma l'ente non dovrà sborsare un euro». In che modo si è arrivati alla soluzione? «Guardi si è trovata un'intesa in sede di conciliazione, il Comune rinnova il comodato, il dirigente lo ha già messo a punto e probabilmente domani arriverà (oggi, ndr) alla mia firma, le opere continueranno a restare esposte nello splendido museo Cambellotti, una struttura da valorizzare e da rendere più viva e vicina alla città».
Il dirigente del settore Cultura, Marco Turriziani, ha partecipato all'udienza per il tentativo di conciliazione. «Ci sono state alcune incomprensioni - spiega - i proprietari delle opere avevano visto che erano esposte senza il loro nome ma solo con scritto nell'etichetta "Comune di Latina", era scaduto il comodato e non era stato rinnovato. Sulla base di questi elementi hanno temuto per la loro proprietà e si sono rivolti al Tribunale, ma non lo hanno fatto per motivi economici, solo per tutelare le loro opere, ora è tutto risolto».
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