In Tribunale lo strano caso delle opere di Cambellotti: i proprietari volevano ritirarle e chiedevano i danni

Il commissario Valente: "Chiarito tutto in sede di conciliazione, il Comune non dovrà pagare neppure un euro". Comodato in attesa di rinnovo da 12 anni

In Tribunale lo strano caso delle opere di Cambellotti: i proprietari volevano ritirarle e chiedevano i danni
di Monica Forlivesi
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Martedì 21 Marzo 2023, 10:30 - Ultimo aggiornamento: 22 Marzo, 16:37

Un difetto di comunicazione, un lungo disguido, e parte il contenzioso tra i proprietari di undici opere di Duilio Cambellotti esposte al museo di piazza San Marco. Il problema parte da lontano, vale a dire dalla fine del 2010, è in quella data che scade il contratto di comodato sottoscritto tra i privati e il Comune di Latina, contratto che andava rinnovato ma - non si sa bene per quale motivo - non è stato mai fatto.

Sono passati dodici anni, e i proprietari della collezione si sono rivolti al Tribunale civile, nella citazione chiedono la «restituzione di n. 11 opere d'arte» e la risoluzione del contratto di comodato sottoscritto il 28 giugno 2006 e scaduto il 31 dicembre 2010. Non solo, viene chiesta la condanna dell'ente al pagamento di una penale pari a 100 euro al giorno dalla data di scadenza fino al giorno della riconsegna. A partire dal 2020 è intercorsa una fitta corrispondenza tra Avvocatura, servizio Cultura, segreteria generale, di fatto nei mesi scorsi si arriva al contenzioso. «È tutto risolto - sottolinea subito il commissario straordinario Carmine Valente (nella foto) - chiedevano 200.000 euro, ma l'ente non dovrà sborsare un euro». In che modo si è arrivati alla soluzione? «Guardi si è trovata un'intesa in sede di conciliazione, il Comune rinnova il comodato, il dirigente lo ha già messo a punto e probabilmente domani arriverà (oggi, ndr) alla mia firma, le opere continueranno a restare esposte nello splendido museo Cambellotti, una struttura da valorizzare e da rendere più viva e vicina alla città».
Il dirigente del settore Cultura, Marco Turriziani, ha partecipato all'udienza per il tentativo di conciliazione. «Ci sono state alcune incomprensioni - spiega - i proprietari delle opere avevano visto che erano esposte senza il loro nome ma solo con scritto nell'etichetta "Comune di Latina", era scaduto il comodato e non era stato rinnovato. Sulla base di questi elementi hanno temuto per la loro proprietà e si sono rivolti al Tribunale, ma non lo hanno fatto per motivi economici, solo per tutelare le loro opere, ora è tutto risolto».
 

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