L'allarme di Impresa: «Il rincaro delle materie prime sta mettendo in ginocchio le aziende»

Il presidente di Impresa Giampaolo Olivetti
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Martedì 30 Marzo 2021, 16:20

L'aumento dei prezzi delle materie prime rischia di mettere in ginocchio le imprese. L'allarme è lanciato dall'associazione "Impresa", aderente al sistema delle Confcommercio, che ha inviato una lettera al Presidente del Consiglio dei Ministri Mario Draghi e ai Ministri dell’Economia e delle Finanze Daniele Franco e dello Sviluppo economico Giancarlo Giorgetti. 

L'aumento dei prezzi delle materie prime, secondo il presidente di Impresa Giampaolo Olivetti, «è un fenomeno sta interessando in modo trasversale tutti i settori produttivi compreso quello edile e le aziende da mesi sono in fibrillazione a causa dello spropositato aumento delle materie prime e del materiale, non più sostenibile. A monte di questi incrementi c’è la ripresa dell’economia cinese e in parte anche di quella americana che “fagocitano” il fabbisogno delle forniture e innescano l’impennata dei prezzi. I motivi del problema sono dovuti, inoltre, sia a dinamiche di speculazione finanziaria o manovre di cartello, sia alla crescente domanda.

Molti Paesi sono ripartiti con le attività più in fretta del previsto e il risultato è che le materie prime scarseggiano. L'aumento delle quotazioni dell'acciaio e dei prodotti siderurgici (come indicato nell'ultimo rapporto dell'Ocse) deriva da un improvviso incremento della domanda del settore delle costruzioni in Cina e questo rimbalzo della domanda ha innescato un effetto al rialzo sulle materie prime e su tutta la filiera dell'acciaio, con conseguenze su tutto il mercato mondiale. Sono in atto, dunque, negativi fenomeni inflattivi e difficoltà di approvvigionamento delle materie prime, che stanno producendo straordinari incrementi dei prezzi di acquisto praticati dalle aziende fornitrici, nazionali ed estere».

«Sono stati - spiega il direttore Saverio Motolese - i nostri imprenditori associati a denunciare l’impatto negativo sulle proprie aziende che sta avendo l’aumento dei prezzi delle materie prime e dei materiali ed abbiamo raccolto alcune loro dichiarazioni a tal riguardo. Stiamo parlando ad esempio di un aumento del 130% dell’acciaio, del 40% dei polietileni, il legno è salito del 7% da ottobre 2020 ad oggi, mentre la gomma fa registrare +10%, il grano +13%, il mais addirittura +31%, il rame +26%, il ferro +38% e il petrolio +53%; oltre ad aumenti consistenti del cemento e di altri materiali utilizzati nel settore edile».

«Chi opera nel settore pubblico si trova in grande difficoltà e di conseguenza i fornitori e le imprese bloccano la firma di nuovi contratti e a rischio ci sono le forniture di molti cantieri - aggiunge Giorgio Destro imprenditore associato che opera nel campo delle costruzioni - Le imprese sono in forte sofferenza perché tali incrementi, eccezionali e imprevedibili, si aggiungono alle già ingenti sofferenze finanziarie e patrimoniali dovute all'evento pandemico.

La normativa attuale, il Codice degli Appalti, non prevede adeguati meccanismi di revisione prezzi; in tale contesto, quindi, le commesse non risultano più economicamente sostenibili. Il rischio è che nelle prossime settimane si debbano bloccare non solo le attività più piccole, che saranno le prime ad andare in crisi, ma anche i grandi cantieri delle opere pubbliche».

«La scarsa reperibilità - spiega Raffaele Loggia titolare di Loggia Industria Vernici - e il rincaro delle materie prime è un problema che sta mettendo in allarme tutti i settori industriali, e non solo in Italia, spinto in parte da un aumento globale della domanda, soprattutto da parte dei produttori asiatici e in parte dalle difficoltà logistiche e di trasporto dovute all’assenza (e anche qui all’incremento dei costi di affitto) dei container vuoti per il trasporto delle merci. Il problema sta interessando anche le nostre aziende che esportano, le quali lamentano gli alti costi per il trasporto delle merci. Un anno fa noleggiare un container costava mediamente 1.500 dollari e oggi la spesa è arrivata a 4.300 (+186%) e non è nemmeno facile trovare i container. In particolare, le tariffe della Cina verso l’Europa sono aumentate del 142% e oltre il 100% per le rotte verso il Mediterraneo».

Conclude il Presidente Olivetti: «Gli imprenditori lamentano il problema dell’impennata dei prezzi delle materie prime che si traducono in costi non prevedibili in quanto si collocano ampiamente al di fuori delle ordinarie oscillazioni dovute alle normali fluttuazioni del mercato. Tutta questa situazione sta mettendo in difficoltà i settori industriali alle prese con la gestione di una fase congiunturale molto difficile, caratterizzata da un progressivo calo della domanda e per questo motivo è molto complicato pensare che un’azienda riesca a trasferire alla fine del percorso i rincari pagati all’inizio dello stesso. Immaginate le conseguenze negative sul nostro già fragile sistema economico, che si potrebbero produrre da un ulteriore riduzione dei margini industriali, in un momento nel quale, invece, tende a crescere l’indebitamento delle aziende a causa della pandemia. Abbiamo chiesto al Presidente Draghi e ai Ministri Franco e Giorgetti un intervento normativo urgente e straordinario attraverso il quale riconoscere alle aziende gli incrementi straordinari di prezzo intervenuti e ricondurre i rapporti negoziali dentro un perimetro di equilibrio basato sul principio di reciprocità. L’attuale sistema normativo di riferimento non prevede adeguati meccanismi di revisione prezzi».

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