Impianti sportivi, sei inchieste a Latina

Impianti sportivi, sei inchieste a Latina
di Vittorio Buongiorno
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Lunedì 24 Ottobre 2016, 17:08 - Ultimo aggiornamento: 17:10
La vicenda della piscina comunale scoperta è solo la punta dell'iceberg dei rapporti tra le società sportive e il Comune. Per anni l'ente pubblico ha fatto finta di non vedere e in molti casi ha addirittura agevolato chi pensava solo ai propri interessi affossando invece chi rispettava le regole. Dal 2015 fortunatamente non è più così, prima la Procura e il commissario Giacomo Barbato, ora la Giunta Coletta, hanno intrapreso la strada della legalità e della trasparenza.

TRE FILONI PER LA PISCINA
L'ultimo è di questi giorni, l'inottemperanza all'ordinanza sindacale e a due diffide comunali porterà forse già oggi al deferimento di Pellegrini alla Procura della Repubblica. Ma l'informativa della polizia locale non si fermerà a quest'ultimo episodio (la perdurante chiusura della piscina scoperta che impedisce alle società sportive di pallanuoto e nuoto di allenarsi dall'inizio della stagione), ma si allargherà ai rapporti della Nuoto 2000 con il Comune che nel 2006 portarono alla sottoscrizione di un atto di concessione sbilanciato a favore del privato e proseguiranno elencando tutti i passaggi che all'attuale amministrazione sembrano sospetti.
Ma la piscina scoperta è oggetto da due anni anche di un'altra inchiesta, quella sulla tribuna costruita tra il 2004 e 2006 accanto alla vasca. Doveva servire per assistere alle partite di pallanuoto, ma è stata costruita così ripida da risultare pericolosa, tanto che il sostituto procuratore Giuseppe Miliano ne dispose il sequestro.
Non è tutto. Indagando sulla tribuna i carabinieri scoprirono che anche i lavori di manutenzione della piscina coperta erano degni di attenzione. Per questo sono state acquisiti in Comune tutti gli atti relativi ai lavori effettuati dalle società riconducibili a Sandra Capozzi e a suo marito Andrea Palombo: una mole enorme di lavori assegnate con affidamenti diretti grazie a determine dirigenziali.

LO STADIO
Anche questa vicenda è stranota ed è al centro di almeno due inchieste della Procura della Repubblica, ma inquadrata accanto alle vicende della piscina la dice lunga sui rapporti non sempre limpidi che si sono creati negli ultimi quindici anni tra il Comune e le società sportive. La prima inchiesta riguarda la curva ospiti, anzi le due strutture metalliche destinate ad ospitare le tifoserie avversarie: sono sotto sequestro dal 2014 perchè furono aperte con un collaudo fasullo, vicenda per la quale è stato chiesto il processo per quattro persone. Poi c'è la gradinata est, quella finita sotto sequestro durante i lavori di ampliamento perché il Comune nell'ansia di varare la variante del Ppe R3 aveva trasformato lo stadio in verde pubblico. Per non parlare dei rapporti tra Latina calcio e il Comune, con la società che per anni e anni non ha pagato quanto avrebbe dovuto per l'utilizzo del Francioni e si è piegata solo al commissario prefettizio Giacomo Barbato.

LE PALESTRE
Questa è un'inchiesta ancora da venire. E' stato, ancora una volta, il commissario Giacomo Barbato a fare chiarezza. Ora, dalle verifiche portate avanti dall'assessore alla Trasparenza Paolo Briganti arriva la conferma che pochissimi pagavano i canoni dovuti al Comune eppure dai conti dell'ente non risultava. Mancavano infatti le determine che a inizio anno avrebbero dovuto per ciascun impianto fissare gli importi dei canoni (così da poter aprire le poste in bilancio) venivano fatte a posteriori indicando quei pochi spiccioli realmente entrati, tutto il resto spariva letteralmente alla vista.

IL PALASPORT
L'altro giorno la commissione sport ha fatto visita al Palasport accompagnata dal dirigente Lorenzo Le Donne. Quest'ultimo ha ammesso che il Comune non sa chi in questi anni abbia pagato e quanto per l'uso del Palazzetto. Lo ha detto come se fosse un problema insormontabile e soprattutto come se competesse ad altri se non al Comune, ai suoi dirigenti e ai suoi funzionari verificarlo di anno in anno.

SITUAZIONE DRAMMATICA
Il quadro è sconfortante. Nell'ultimo decennio l'hanno fatta da padrone prepotenti o amici degli amici che usavano le strutture pubbliche pagando meno del dovuto o non pagando affatto, avvantaggiandosi su quelle società sportive (poche, forse pochissime) che rispettavano le regole. L'ora di voltare pagina è arrivata e forse qualcuno dovrà rispondere anche davanti alla Corte dei conti di tutti soldi che sono stati sottratti alla collettività.