Il Riesame su Cusani: «Solo l'arresto può impedire che persegua i propri illeciti»

Armando Cusani
di Barbara Savodini
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Mercoledì 15 Marzo 2017, 10:12
SPERLONGA
Intercettazioni emblematiche, deposizioni di persone informate sui fatti e, soprattutto, l'interrogatorio dell'imprenditore Mauro Ferrazzano che a una settimana dall'arresto ha fatto luce su tanti punti ancora bui dell'inchiesta Tiberio: sono queste e molte altre le motivazioni che hanno spinto i giudici del tribunale del Riesame di Roma ad avallare in toto l'ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip Giuseppe Cario. Ad oltre un mese dal verdetto dei giudici Laura Previti, Maria Teresa Cialoni e Imma Imperato, che hanno confermato l'ordinanza impugnata dagli avvocati di Armando Cusani, sono infatti state depositate le motivazioni. Venti pagine durissime per il sindaco arrestato con l'accusa di corruzione e turbata libertà degli incanti nelle quali vengono ricostruiti i passi salienti dell'inchiesta ma anche aggiunti particolari inediti.

«Le numerose conversazioni riportate dal Gip - motivano i giudici sono inquietanti e descrivono una totale ingerenza del Cusani sulle singole pratiche ma anche sulle modalità e priorità dell'ufficio comunale. La costante presenza al fianco di Faiola si legge ancora nel dispositivo in un momento in cui non rivestiva alcuna carica pubblica evidentemente nulla ha a che vedere con una forma di controllo generalizzato e astratto che compete a un uomo politico locale come sostenuto dallo stesso Cusani».

L'effetto? Gravissimo per la cittadina costiera in quanto, ed è qui che emergono i particolari inediti, come sottolineato dagli stessi giudici «la condizione nella quale i dipendenti del Comune di Sperlonga lavorano è di totale soggezione al Cusani, ai suoi personali interessi e alle sue priorità».
Un fenomeno paradossale che non si sarebbe affievolito neppure con il primo cittadino in carcere come del resto dimostrano diverse intercettazioni successive al 16 gennaio. «Solo l'arresto specificano invece i giudici relativamente alla misura cautelare emessa e confermata è in grado di interrompere qualsiasi contatto al fine di impedire che il Cusani possa perseguire ulteriormente i propri illeciti dando indicazioni».
Naturalmente non si sono dati per vinti i suoi avvocati, Angelo Palmieri e Luigi Panella che hanno già presentato ricorso in Cassazione.
Barbara Savodini
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