Fondi: sopravvive alla Guerra, a una vita di sfide e a 93 anni batte anche il virus: «In ospedale ore infinite»

Veterano della seconda guerra mondiale 93enne batte anche il virus: «Le mie ore infinite in ospedale»
di Barbara Savodini
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Giovedì 9 Aprile 2020, 09:11 - Ultimo aggiornamento: 11:19

Passerà alla storia come il simbolo dell'Italia che resiste, che si piega ma non si spezza, che vede la luce in fondo al tunnel, la raggiunge e si lascia l'oscurità alle spalle. È la storia di Silvio Gistro, 93enne di Fondi, sopravvissuto alla seconda guerra mondiale, agli eventi di quasi un secolo di vita e da ieri a casa per aver sconfitto il Covid-19.

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La cena di carnevale con il centro anziani della sua amata città, i primi sintomi, i compagni di sempre persi in battaglia, l'ossigeno, il casco, il momento di massimo sconforto e poi la ritrovata forza per continuare a combattere e dare al virus l'affondo finale: la pandemia si può sconfiggere e la guarigione di uno dei più anziani d'Italia ne è la dimostrazione.

«Voglio ringraziare i medici e tutto il personale dello “Spallanzani” - è la prima cosa che dice Gistro - sono stati straordinari, sono strutture come questa che danno lustro alla nostra nazione».

Ma l'anziano vuole ringraziare anche i suoi amici del centro “Domenico Purificato”, ingiustamente accusati di aver creato un focolaio di cui sono stati, in effetti, vittime inconsapevoli. «Tanti mi sono stati accanto con messaggi di sostegno – racconta – alcuni erano qui in ospedale, altri lottavano su altri fronti ma ci siamo fatti forza l'un l'altro. E poi voglio ringraziare gli amici in Australia, dove ho vissuto tanti anni, mi hanno scritto ogni settimana e non mi hanno fatto sentire mai solo». Lacrime di gioia per Silvio Gistro che finalmente è tornato a casa anche se la sua città, dallo scorso 18 marzo dichiarata "zona rossa" e protetta da una cintura di varchi e controlli, non sembra più la stessa.

Giorni duri per tutti, anche per la numerosa famiglia del guarito (due figlie, 4 nipoti e tre pronipoti): tutti negativi ma rimasti in ballo quasi un mese tra quarantene, isolamento, tamponi ed estenuanti attese.

«Sono stati loro, a darmi la forza – ammette l'anziano – a darmi l'energia per combattere anche quando mi sembrava di non farcela. I giorni più duri? Sicuramente quelli con il casco, 48 ore infinite».

Una famiglia affiatata quella di Gistro che gli ha dato la forza ma anche l'opportunità di affrontare la malattia in tempo. «Abbiamo subito riconosciuto i sintomi – racconta un nipote – abbiano chiamato l'ambulanza senza perdere tempo e abbiamo consentito a nonno di ricevere cure efficaci e tempestive».

Quanto alle malelingue, l'intera famiglia le rispedisce al mittente. «Ci sono state – ammettano – ma erano solo menzogne. Ad oggi nessuno sa come il virus sia entrato nel centro. Tutti, purtroppo, ne hanno pagato le conseguenze ma non ha senso colpevolizzarsi a vicenda». È lo spirito che un uomo fortemente pragmatico ha lasciato in eredità a tutta la sua famiglia.

Emigrato in Australia negli anni '60 e poi tornato a Fondi, Gistro ha svolto una moltitudine di lavori, senza mai arrendersi. Una palestra, la sua intensa vita, che gli ha consentito di sconfiggere il virus a 93 anni e, prima di allora, di guidare nonostante l'età, utilizzare il computer ed essere il motore organizzativo del “Domenico Purificato". Tornare alla normalità? Non sarà semplice, ma il tempo, si sa, fa miracoli anche con le ferite più profonde.
 

 
 
 

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