Questo è l’epilogo triste di una storia di speranza rimasta in sospeso. Non ce l’ha fatta il piccolo Giacomo, il bambino di 11 anni di Latina, affetto da sindrome di Down, al quale, lo scorso dicembre, era stato diagnosticato un medulloblastoma al 4 livello, un cancro che non perdona, a seguito di un ricovero presso il “Bambino Gesù” di Roma. Il 23 dicembre scorso il piccolo ha subito un’operazione di 10 ore per la rimozione della massa tumorale. Purtroppo però a causa del drenaggio del liquor al cervello il bambino è rimasto in sedia a rotelle e ha perso l’uso della parola. Il 20 febbraio il bambino era stato dimesso e assieme alla madre, al padre ed al fratellino Pietro era entrato nella casa di accoglienza Peter Pan di Roma.
Tra luglio e agosto Giacomo aveva affrontato il terzo ciclo di chemio e aveva iniziato la riabilitazione. Poi, recentemente, il peggioramento delle sue condizioni e la sua scomparsa. La sua storia difficile si era intrecciata a doppio filo con quella della mamma Giulia, insegnante presso la scuola “Giuliano” di Latina, laureata in psicologia clinica e di comunità, iscritta a un corso di specializzazione presso la Lumsa per l’abilitazione all’insegnamento ai bambini con difficoltà, che era riuscita a discutere la tesi dividendosi tra la cura del figlio e lo studio, tra l’ospedale e le aule dell’università. Lo scorso luglio era stata la stessa ministra dell’Istruzione, Lucia Azzolina, a scrivere alla signora Giulia dicendosi profondamente toccata dalla loro storia.
Il figlio ha un tumore, la mamma si laurea in videoconferenza dalla casa famiglia
Giacomo è stato un bambino fortemente desiderato dai suoi genitori che è arrivato dopo tre gravidanze non portate a termine.