Latina, dipendenti Asl a spasso dopo aver timbrato. Sono sotto processo: incastrati da foto e Gps

Assenze sospette, la denuncia e le indagini

Latina, dipendenti Asl a spasso dopo aver timbrato. Sono sotto processo: incastrati da foto e Gps
di Marco Cusumano
3 Minuti di Lettura
Mercoledì 5 Ottobre 2022, 11:47 - Ultimo aggiornamento: 12:26

Timbravano il cartellino alla Asl e poi andavano tranquillamente a fare la spesa, oppure a tagliare i capelli dal barbiere o anche solo a fare una passeggiata durante l'orario di lavoro.

Sotto accusa un funzionario della Asl pontina, Umberto Sciscione di 64 anni, e un dirigente medico veterinario della stessa Asl, Piero Giuliani di 57 anni, entrambi originari di Priverno.
Il processo è in corso davanti al collegio penale del tribunale di Latina, presieduto dal giudice Valentini, che ha ascoltato diversi testimoni durante le numerose udienze.

L'indagine è stata coordinata dal sostituto procuratore Giuseppe Miliano ma ieri la requisitoria è stata affidata al pubblico ministero Daria Monsurrò che ha chiesto la condanna a 2 anni e 4 mesi per Umberto Sciscione e 2 anni e 8 mesi per Piero Giuliani.

Entrambi sono accusati del reato di truffa, al quale si aggiunge il peculato per Giuliani.

Furbetti del cartellino all’Ifo di Roma, 89 dipendenti indagati: un medico giocava a tennis invece di visitare i pazienti​

Furbetti del cartellino al servizio psichiatrico Asl: per 10 dei 27 indagati scatta il processo

I fatti risalgono al periodo compreso tra il 2010 e il 2014 quando alla Asl si accorgono di una serie di assenze sospette. Dopo la denuncia vengono avviati gli accertamenti affidati ai carabinieri del Nas di Latina: i militari iniziano a pedinare i due professionisti e utilizzano anche un sistema di localizzazione Gps per individuare gli spostamenti dell'auto di servizio (una Fiat Panda) utilizzata da Giuliani, da qui l'accusa di peculato. Dopo una serie di appostamenti i carabinieri raccolgono elementi sufficienti per completare il quadro delle accuse e inviano una dettagliata informativa alla Procura della Repubblica.

Il sostituto Miliano mette insieme i pezzi del puzzle, gli orari, gli spostamenti dei due per motivi personali, a volte per fare degli acquisti, altre per incontrare persone privatamente, senza alcuna connessione con l'attività lavorativa.

In aula i due imputati - difesi dagli avvocati Fiore, Cardinale e Ciotti - sostengono che gli spostamenti avvenivano per motivi di servizio, tentando di giustificare le singole assenze. I testi invece riferiscono, in aula, anche di richieste di modifica degli orari registrati dal sistema, nel tentativo di coprire le assenze. La Asl si è costituita parte civile con gli avvocati Renato Archidiacono e Antonio Leone.

Prossima udienza l'11 ottobre quando è prevista la sentenza.

© RIPRODUZIONE RISERVATA