Frode fiscale da 8 milioni, arrestati tre consulenti

Frode fiscale da 8 milioni, arrestati tre consulenti
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Mercoledì 8 Luglio 2020, 06:50
Una collaudata organizzazione criminale dedita alla frode fiscale, alla commissione di svariati delitti contro la persona come violenza e minaccia, il patrimonio come ad esempio rapina, estorsione, riciclaggio, autoriciclaggio, ricettazione, trasferimento fraudolento dei valori, bancarotta fraudolenta e reati di natura tributaria come emissioni di fatture per operazioni inesistenti, occultamento e distruzione di documenti contabili e indebite compensazioni tributarie. 

A scoprirla sono stati i finanzieri del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Latina guidati dal colonnello Michele Bosco e coordinati dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Latina. Con l’operazione “Home Banking” i militari della tenenza di Sabaudia, sotto il coordinamento del Gruppo di Latina, hanno scoperto un meccanismo fraudolento messo in atto da uno studio di consulenza fiscale e commerciale, risultato privo dei prescritti requisiti abilitativi. Tre le persone arrestate per associazione a delinquere finalizzata alla frode fiscale ed alla commissione di reati contro la persona e il patrimonio: Raffaele Russo, Matteo Riggi e Marco Di Viccaro. Sono 27 gli indagati sui quali è concentrata l’attenzione degli investigatori, in particolare per una serie di episodi avvenuti tra 2014 e il 2018.

LE ACCUSE 
In sostanza, secondo la ricostruzione dell’accusa, a 130 clienti sono stati compensati illecitamente debiti tributari e previdenziali, per un valore complessivo di circa 8 milioni di euro, maturati nei confronti dell’Erario con crediti d’imposta fittizi, eludendo in tal modo i controlli fiscali automatizzati da parte dell’Agenzia dell’Entrate. 

In cambio dell’illecito risparmio d’imposta i clienti pagavano la somma di denaro pattuita pari ad 10% del debito erariale maturato. Grazie a questi accordi lo studio di consulenza fiscale ha realizzato profitti illeciti per oltre 1.000.000 euro ed ha acquisito la disponibilità di lussuose autovetture tra le quali Porsche Panamera, Cayenne, Carrera e di 3 natanti, un’imbarcazione di 15 metri, un gommone di circa 8 metri e una potente moto d’acqua. Alcuni imprenditori che non erano riusciti ad onorare per tempo il debito contratto a titolo di compenso con l’organizzazione criminale sono stati costretti, sotto minaccia di riavviare l’ordinaria procedura per il pagamento dei debiti erariali maturati, a trasferire allo studio di consulenza la disponibilità di beni di lusso di valore di gran lunga superiore a quello pattuito. Per esempio due imprenditori operanti nel settore edilizio sono stati obbligati a cedere una Porsche Carrera e opere d’arte e orologi Rolex. 
Le indagini, svolte sotto la direzione del Procuratore della Repubblica Giuseppe De Falco e del sostituto procuratore della Repubblica Marco Giancristofaro, si sono articolate in complesse analisi documentali, in un elevato numero di riscontri contabili presso soggetti terzi, nella disamina dei bilanci societari, nonché nell’effettuazione di mirate indagini bancarie e tecniche.

Il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Latina, Giuseppe Cario, sulla base del solido quadro indiziario emerso ha disposto la custodia cautelare nei confronti di 3 persone, due in carcere ed una ai domiciliari e un sequestro preventivo, finalizzato alla confisca, fino alla concorrenza dell’importo di oltre 6,5 milioni di euro.
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