Formia connection, le quattro condanne confermate in appello

Formia connection, le quattro condanne confermate in appello
di Elena Ganelli
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Venerdì 12 Maggio 2017, 21:41
Sono state tutte confermate le condanne di primo grado nei confronti delle quattro persone coinvolte nell’inchiesta Formia Connection sulle estorsioni ai danni di una cooperativa che lavorava per il Comune di Formia. La sentenza della Corte di Appello di Roma è arrivata qeusta i mattina - a distanza di tredici anni dai fatti - ed ha praticamente emesso un verdetto analogo a quello con il quale il Tribunale di Latina aveva riconosciuto, nel marzo 2011, la colpevolezza di Angelo Bardellino - figlio di Ernesto e nipote di Antonio, il fondatore del clan dei Casalesi - Franco D’Onorio De Meo, Tommaso Desiato e Giovanni Luglio tutti chiamati a rispondere di concorso in estorsione. Ieri la Corte, a conclusione della camera di consiglio, ha accolto le richieste avanzate nell’ultima udienza dal Procuratore generale confermando la sentenza di primo grado: per Bardellino la condanna a 7 anni e 5 mesi di reclusione, per Franco D’Onorio De Meo quella a 6 anni e 11 mesi, per Tommaso Desiato a 6 anni e 11 mesi, mentre per Giovanni Luglio ha ridotto la condanna di primo grado a 7 anni e 6 mesi a soli 7 anni, essendo caduta l’aggravante della detenzione dell’arma. L’inchiesta, coordinata dal sostituto procuratore Raffaella De Pasquale e condotta dal commissariato di Formia, aveva preso il via nel 2004 e si era sviluppata fino all’arresto, nel novembre di quell’anno, di Angelo Bardellino, Maurizio Petronzio, Giovanni Luglio e Tommaso Desiato. Secondo l’accusa il gruppo avrebbe tenuto sotto scacco “Solidarietà sociale”, una cooperativa sociale che eseguiva alcuni lavori di manutenzione per conto dell’amministrazione comunale e che era stata sottoposta ad una serie di estorsioni mentre il presidente aveva subìto, oltre alle minacce, anche pestaggi. Per i quattro imputati i reati ipotizzati erano concorso in estorsione. Per decidere su un eventuale ricorso in Cassazione la difesa, composta dagli avvocati Mattia Aprea, Angelo Palmieri, Pasquale Cardillo Cupo e Mario Pellegrino, attenderà di conoscere le motivazioni che saranno depositate entro novanta giorni. 
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