Epatite per trasfusione di sangue infetto, il risarcimento arriva solo dopo la morte

Epatite per trasfusione di sangue infetto, il risarcimento arriva solo dopo la morte
di Giovanni Del Giaccio
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Mercoledì 20 Gennaio 2021, 10:11

Quando ha saputo di aver vinto la causa ha espresso il desiderio di andare in crociera, ma purtroppo è morta prima di avere il risarcimento per trasfusioni da sangue infetto. E' il caso di una donna di Gaeta  morta nel 2019 per una epatite C post-trasfusionale degenerata prima in cirrosi epatica e poi in tumore al fegato.

Fra il 1970 e il 1978   le vennnero  somministrate diverse trasfusioni presso ospedale Dono Svizzero di Formia.
Solo nel 2009 all'oramai anziana donna (che fino a quel momento godeva di ottima salute) veniva diagnosticata l'epatite C.

«Da allora la salute della oramai ottantenne - spiega il suo avvocato, Renato Mattarelli -  è degenerata con la repentina trasformazione dell'epatite C prima in cirrosi e poi in tumore al fegato». La donna aveva chiesto e ottenuto prima l'indennizzo in vita di circa 750 euro mensili previsto dalla legge n. 210/1992 e, successivamente dopo una lunga battaglia giudiziaria, un risarcimento di circa 450mila euro dalla Corte di Appello di Roma.

Il risarcimento, però, è arrivato solo dopo che la donna è deceduta.

Va precisato che dagli anni '90 in poi le trasfusioni di sangue sono sicure e non si registrano infezioni ormai dagli anni 2000.

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