Cinque chili di droga nell'armadio, assolto

Cinque chili di droga nell'armadio, assolto
di Marco Cusumano
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Giovedì 5 Dicembre 2019, 17:16
Vincenzo Zizzo, 36 anni di Lenola, è stato assolto dall'accusa di spaccio di droga, con l'aggravante dell'ingente quantità. L'uomo, difeso dall'avvocato Giulio Mastrobattista, è stato giudicato ieri con rito abbreviato davanti al gup Pierpaolo Bortone.

L'avvocato difensore, attraverso un'integrazione, è riuscito a dimostrare che non esistono prove che la droga sequestrata appartenga effettivamente all'imputato, poiché fu trovata nascosta nell'officina del padre, un locale accessibile a diverse persone. La tesi difensiva è stata accolta dal giudice e lo stesso pubblico ministero ha chiesto l'assoluzione.

Zizzo fu arrestato a Lenola il 26 febbraio 2019 dopo essere stato trovato in possesso di 2,3 kg di cocaina e 2,8 di hashish. Un quantitativo enorme di droga, già divisa in panetti in una busta di plastica. Sotto sequestro anche 12 grammi di shaboo, il tutto per un valore di circa 100.000 euro.

L'uomo, titolare di un'attività commerciale di vendita di mangimi per animali, finì prima in carcere e poi ai domiciliari. Da tempo era monitorato dai carabinieri della tenenza di Fondi e della compagnia di Terracina: i suoi continui spostamenti a Fondi e le frequentazioni con pregiudicati del luogo avevano cominciato a destare più di un sospetto tra gli investigatori. A febbraio il blitz con l'ausilio dell'unità cinofila Balboa. I militari controllarono prima la sua attività commerciale a Lenola e poi l'abitazione dove, in un locale adiacente, fu trovata la droga grazie al fiuto del pastore belga dei carabinieri.

Il cane portò i militari fino a un armadio, all'interno era occultato lo stupefacente, sotto coperte ed altri oggetti, confezionato sottovuoto probabilmente proprio con l'illusione di eludere eventuali controlli. Nello stesso locale c'erano anche un bilancino di precisione, diverso materiale per il taglio e il confezionamento e uno strumento per il confezionamento sottovuoto. I carabinieri accusarono Vincenzo Zizzo di essere un grossista probabilmente appoggiato a una rete di pusher.

Ma il processo è andato in tutt'altra direzione e l'accusa non ha potuto dimostrare l'effettiva responsabilità del commerciante. Ora l'uomo chiederà il risarcimento per l'ingiusta detenzione mentre ha già ottenuto il dissequestro del denaro trovato in casa.
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