Dpcm, botti e fumogeni in piazza, protesta ultrà, i ristoratori si dissociano

Dpcm, botti e fumogeni in piazza, protesta ultrà, i ristoratori si dissociano
di Francesca Balestrieri
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Martedì 27 Ottobre 2020, 08:08 - Ultimo aggiornamento: 08:12

LA PROTESTA
Doveva essere una manifestazione pacifica delle categorie più colpite dall'ultimo Dpcm del Governo, quindi ristoratori, palestre, piscine e scuole danza, in realtà in piazza sono piombati facinorosi e ultrà che nulla c'entravano con la protesta, tanto che gli stessi esercenti si sono dissociati da quanto accaduto in piazza del Popolo ieri pomeriggio. Fumogeni, petardi, razzi, e soprattutto persone ammassate, nella maggior parte senza mascherine che hanno gridato insulti verso tutti: sindaco di Latina Damiano Coletta, giornalisti, il premier Giuseppe Conte e il presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti rischiando di minare quel dialogo che il sindaco aveva già avviato nel pomeriggio con le associazioni di categoria.
«Ci tengo a dissociarmi da quanto sta accadendo ha detto il presidente della Fipe Confcommercio Lazio Sud Italo Di Cocco Noi non siamo avvezzi a questo tipo di proteste, vogliamo ottenere dei risultati ma in maniera civile e democratica».
Il primo cittadino ha provato a parlare alla piazza, necessariamente scortato da un cordone di forze dell'ordine con la Polizia schierata in tenuta antisommossa, alla presenza anche di Carabinieri e Polizia Locale, ma è stato tutto inutile, perché chi stava manifestando non voleva il dialogo.


Ecco perché, dopo aver lasciato la piazza, ha incontrato una delegazione di ristoratori nei giardini del Comune: «Apprezzo chi ha preso le distanze, purtroppo gli ignoranti sono ovunque ma questa non è gente che merita di avere la disponibilità di manifestare in piazza, quello non era malcontento ma una volgare strumentalizzazione da parte di persone ignoranti che hanno danneggiato tutti. Se la vostra è una protesta è civile - ha ribadito il sindaco - la accogliamo e sosteniamo e cerchiamo di essere di aiuto. Ho già incontrato i rappresentanti delle associazioni categoria con i quali abbiamo condiviso una linea che abbiamo sposato insieme agli altri sindaci. Il nostro impegno deve essere massimo per tutelare le categorie più colpite dal decreto, e l'impegno sarà quello di farci portavoce presso il Governo per far sì che i risarcimenti siano erogati nel più breve tempo possibile».


Poi l'appello alla cittadinanza: «Chiedo anche altre forme di aiuto e l'appello è rivolto a tutta la comunità.

Incentiviamo forme di asporto, chi va abitualmente a cena fuori, continui a farlo prendendo pietanze da portare a casa. Stiamo concertando un programma di sensibilizzazione. Ognuno deve fare la sua parte e nessuno deve rimanere indietro».


«Ci siamo subito dissociati da questa manifestazione, non ci aspettavamo infiltrazioni spiega Erasmo Berti, esercente della zona dei pub a Latina e rappresentante dell'associazione Isola che non c'è - siamo venuti a discutere delle problematiche delle partite iva. Volevamo una manifestazione pacifica, perché il dialogo c'è sempre stato, l'intento era quello di sensibilizzare ancora di più l'amministrazione a starci vicino in particolare sul problema delle tasse, cercare di avere sgravi e non posticipare i pagamenti, dove è possibile. L'obiettivo è andare avanti e non sentirci soli sull'affrontare questo momento che non viviamo solo noi a Latina. Penso che il sindaco ci starà accanto perché sa bene che i facinorosi non siamo noi ci tiene ancora a sottolineare siamo solo lavoratori che ci mettono la faccia».


«L'intento della manifestazione era chiaro - ha detto Gianluca Di Cocco incontrando il sindaco - non è un attacco perchè non siamo così stupidi da pensare che il sindaco possa bypassare le normative del Governo e prediamo le dovute distante da chi ha inquinato la protesta, ma le partite iva sono disperate, chiediamo la sua vicinanza perchè il Governo spieghi dove sono avvenuti questi contagi, perchè colpire solo alcune categorie? Con Anci e Regione potete farvi portavoce delle nostre istanze».

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