Giudice arrestata, il tribunale: «Dissequestrate i cani». Ma sono stati già venduti

Giudice arrestata, il tribunale: «Dissequestrate i cani». Ma sono stati già venduti
3 Minuti di Lettura
Giovedì 25 Maggio 2023, 17:00 - Ultimo aggiornamento: 17:05

«Dissequestrate i cani». Il Tribunale del Riesame ha accolto il ricorso presentato dall'avvocato Lorenzo Magnarelli per conto dell'allevatrice finita al centro di una inchiesta di Procura e carabinieri forestali. Ma la decisione è arrivata troppo tardi. La vicenda è una sorta di spin off dell'inchiesta che ha portato all'arresto ad aprile della giudice del Tribunale di Latina Giorgia Castriota.

Nell'ambito delle indagini infatti è emerso che all'interno di uno dei capannoni sequestrati all'epoca dalla gip all'imprenditore apriliano Fabrizio Coscione (e poi dissequestrati dopo l'ordinanza di custodia cautelare emessa nei confronti della Castriota) si era proceduto a una vendita di cuccioli di cani di razza.

Una storia curiosa su cui sono in corso verifiche da parte della Procura di Perugia titolare dell'inchiesta principale.

IL BLITZ

Il sequestro dei cani era avvenuto alla fine dello scorso anno, poi all'inizio di febbraio alla proprietaria dei cuccioli, tutti cani di razza, era stato notificato un provvedimento di alienazione perché la giudice Castriota li aveva considerati alla stregua di «beni deperibili» e fissato tre diverse date per la vendita. La donna, tramite l'avvocato Magnarelli, era già ricorsa al Riesame, ma la prima decisione era stata negativa tanto da spingere i ricorrenti a chiedere un pronunciamento della Cassazione che ha fissato l'udienza per il prossimo 13 giugno. Nel frattempo però, alla luce della vicenda che ha travolto la giudice per le indagini preliminari, è stato presentato un nuovo ricorso al Riesame per chiedere il dissequestro degli animali. Una mossa tesa soprattutto a capire che fine abbiano fatto quegli animali visto che il 26 aprile era uscita sul Messaggero la notizia che gli animali erano stati venduti. Stavolta il Riesame, come già accaduto per Coscione, ha deciso di accogliere il ricorso e annullare il sequestro. Peccato che i cani non ci sono più, nel senso che sono stati tutti venduti.
A questo punto la proprietaria potrà richiedere i soldi della vendita che sono stati messi su un conto postale dedicato, aperto proprio nell'eventualità di un dissequestro. Ma potrà soprattutto sapere a quanto sono stati venduti i cani e soprattutto a chi, posto che alla difesa non risultano èpubblicati avvisi pubblici della vendita.

LE CIFRE

I cani erano cuccioli di bulldog francesi e cavalier king, i primi sul mercato vengono venduti abitualmente tra i mille e i 2mila euro, i secondi tra i 400 e i 600 euro, ma secondo gli inquirenti non avevano né pedigree né certificazioni. I particolare che la proprietaria e il suo avvocato smentiscono tassativamente sostenendo di essere in possesso di documenti che attestano l'origine e la purezza degli animali. Particolare non da poco perché a quanto risulta sono stati venduti a cifre molto, ma molto più basse del prezzo di mercato e questo, alla luce del dissequestro potrebbe portare a una richiesta di risarcimento danni. Ma ora, alla luce dell'evolversi dell'inchiesta principale, tutti si chiedono chi sono gli acquirenti di questi cuccioli di razza.

© RIPRODUZIONE RISERVATA