Di Giorgi in carcere si difende per due ore davanti al giudice: «Ho agito per la città»

Da sinistra Giuseppe Di Rubbo e Giovanni Di Giorgi
di Marco Cusumano
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Venerdì 18 Novembre 2016, 10:09 - Ultimo aggiornamento: 10:10
Sono un fiume in piena gli arrestati nell'inchiesta Olimpia che ha portato in carcere otto persone e altre sette ai domiciliari. Dopo gli interrogatori fiume di Rino Monti, Vincenzo Malvaso e Massimo Riccardo, ieri, nel carcere di via Aspromonte, hanno parlato davanti al giudice Mara Mattioli anche l'ex sindaco Giovanni Di Giorgi e l'ex assessore Giuseppe Di Rubbo. Dunque nessuno si è avvalso della facoltà di non rispondere, una possibilità piuttosto frequente in sede di interrogatorio di garanzia.

Di Giorgi ha parlato 2 ore e 15 minuti rispondendo a tutte le domande del giudice. «E' stato molto collaborativo - commenta il suo avvocato, Lucio Teson - spiegando esattamente in quale modo ha agito e con quali obiettivi. Ha spiegato di non essere assolutamente coinvolto nella gestione del Latina Calcio, tanto meno come socio occulto, ma di aver semplicemente agito per valorizzare la società che è un fiore all'occhiello della città. Le sue sono state scelte di indirizzo politico, le altre decisioni tecniche non possono essere a lui attribuite».

L'ex sindaco si è mostrato piuttosto grintoso nel sostenere la propria tesi: ha detto, in sintesi, di aver agito sostanzialmente a sostegno della società di Maietta ma non per questo di averla favorita in maniera illecita. «Come è avvenuto in tante altre città - commenta l'avvocato Teson - Di Giorgi ha ritenuto di fare del bene all'immagine della città di Latina dando sostegno alla società di calcio del capoluogo». In merito, invece, ai piani urbanistici, l'ex sindaco ha spiegato che la decisione di portare le varianti in Giunta sembrava corretta e, anche in questo caso, ha tentato di distinguere gli atti di indirizzo politico dalle decisione tecniche che non sarebbero a lui attribuibili.

Anche l'ex assessore all'urbanistica Giuseppe Di Rubbo ha risposto in carcere alle domande del gip Mara Mattioli in un colloquio durato oltre due ore nel corso del quale ha chiarito la sua posizione sulle contestazioni contenute nell'ordinanza di custodia cautelare. Rispetto alle vicende urbanistiche oggetto dell'indagine della Procura e ai Piani particolareggiati approvati e successivamente annullati dal Commissario prefettizio - ha spiegato come, alla luce della posizione della Regione interpretata come un semplice parere, i tecnici e poi la Giunta abbiano deciso di non portare gli strumenti urbanistici all'approvazione del Consiglio comunale nella convinzione che tali strumenti fossero del tutto legittimi.

Di Rubbo ha sottolineato che non ci sono atti che lo riguardano personalmente ed ha anche chiarito che il terreno della Isonzo Residence non è mai stato oggetto di interventi a carattere urbanistico che ne hanno modificato la destinazione d'uso: quell'area era ed è zona agricola e non è collocata in alcuno dei piani particolareggiati approvati dalla Giunta comunale. I legali dell'ex assessore gli avvocati Alessandro Paletta e Giuseppe Poscia hanno inoltre prodotto al giudice circa 300 pagine di documenti a supporto della loro tesi difensiva e presentato un'istanza di revoca della custodia cautelare sulla quale il gip si è riservato.