Monsignor Vari punta il dito contro la politica che dovrebbe adoperarsi «per affrontare, con ogni mezzo a disposizione, il profondo disagio che l’interruzione della fornitura di acqua, bene pubblico e primario, ha determinato».
«Il perdurare di tale grave situazione - continua - sta facendo aumentare la spiacevole sensazione di essere lontani dal trovare una soluzione, quasi che non ci sia nessuno che si stia impegnando sul serio per tale emergenza, compromettendo in modo significativo la vivibilità delle città del Golfo. La parte pubblica, che detiene il 51% di Acqualatina, dovrebbe avere una voce unica a riguardo, ma osservando la complessa gestione della lesione di questo diritto primario al bene pubblico dell’acqua, si ha l’impressione di leggere un testo con centinaia di note. Sento forte il grido del diritto violato».
© RIPRODUZIONE RISERVATA