Cresta sui musei di Formia e Sperlonga: un arresto per peculato

Cresta sui musei di Formia e Sperlonga: un arresto per peculato
di Barbara Savodini
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Domenica 1 Dicembre 2019, 15:43
Un caso eclatante ma non certo l'unico quello del funzionario del Comune di Fondi indagato per peculato dalla Guardia di Finanza a seguito della sparizione di 84mila euro.

Un'inchiesta simile, quasi identica, ha infatti riguardato nei giorni scorsi i Musei Archeologici Nazionali di Formia e Sperlonga.

Le due strutture condividevano, fino a pochissimo tempo fa, lo stesso dipendente la cui gestione degli incassi è stata ritenuta piuttosto sospetta.

Ad attirare le attenzioni investigative della Guardia di Finanza di Fondi un ammanco nelle casse ministeriali di ben 86mila euro.

Sono quindi partite le indagini degli uomini coordinati dal capitano Gianfranco Mozzillo i quali, contemporaneamente stavano lavorando al caso dell'ufficio anagrafe del Comune di Fondi.

Minuziosi accertamenti e controlli incrociati hanno consentito di appurare come, in effetti, mancasse all'appello una considerevole parte del costo dei biglietti delle due aree museali.

Incongruenze macroscopiche tra i ticket venduti e il denaro finito nelle casse del ministero hanno portato, al termine delle indagini, il sostituto procuratore Valentina Giammaria a ipotizzare un reato perpetrato da parte di un pubblico funzionario in un arco temporale compreso tra i mesi di aprile e dicembre 2018.

Il cerchio, alla fine, si è ristretto attorno ad una donna di Minturno di 60 anni.

Come disposto dal sostituto procuratore Pierpaolo Bortone, su richiesta del sostituto procuratore Giammaria, lo scorso 5 novembre è quindi scattata la misura cautelare ai domiciliari.

Ad eseguire il provvedimento le Fiamme Gialle di via Terruto che, poco più di due settimane dopo, avrebbero arrestato anche il dipendente del Comune di Fondi nell'ambito di una seconda inchiesta praticamente identica.

La 60enne in questione risulta ora indagata per peculato. La donna, in quanto responsabile del denaro derivante dalla vendita dei biglietti, dovrà dimostrare di non essere entrata in possesso della somma scomparsa per un totale di 86mila euro.
 
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