Stop a 500 mila mascherine Fpp2 made in Cina: il marchio Ce era falso

Stop a 500 mila mascherine Fpp2 made in Cina: il marchio Ce era falso
di Laura Pesino
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Venerdì 23 Ottobre 2020, 08:49 - Ultimo aggiornamento: 08:51

 Oltre 500mila mascherine FFP2 sono state sequestrate ieri nel porto di Salerno nel corso di un blitz condotto dai funzionari dell'Ufficio delle Dogane e dai finanzieri del comando provinciale. La merce proveniva dalla Cina ed era destinata a una società di commercio del Lazio, con punti vendita a Roma e provincia e la sede legale a Latina, la Itt srl. I militari hanno bloccato il carico e controllato accuratamente i prodotti. All'apparenza si trattava di regolari mascherine anticovid che sembravano del tutto a norma e riportavano il marchio CE. Ma i successivi approfondimenti effettuati anche grazie all'analisi della documentazione che è stata esibita, hanno portato a scoprire che in realtà il marchio apposto sui prodotti era falso.

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L'attestazione di conformità, alla quale è subordinata l'applicazione del marchio, era stata in realtà rilasciata dall'organismo europeo competente ad un'altra partita di mascherine chirurgiche, dispositivi dunque del tutto difformi da quelli bloccati in dogana dai finanzieri.

L'azione dei militari e dei funzionari dell'Ufficio Dogane ha portato a sottoporre a sequestro penale l'intero lotto di merce: un totale di 552mila dispositivi di protezione del valore di quasi un milione e mezzo di euro. Su delega della Procura di Salerno le ricerche sono andate avanti risalendo alla filiera distributiva e arrivando fino alla provincia pontina. Ieri sono stati perquisiti i tre punti vendita della Itt, riconducibile a un imprenditore di Latina, e la sua sede legale nel capoluogo. Proprio qui sono state scoperte altre 116 mascherine pronte per essere con ogni probabilità distribuite e commercializzate, ma in questo caso completamente sprovviste di certificati di conformità. Il titolare dell'impresa è stato denunciato per il reato di vendita di prodotti industriali con segni mendaci e rischia fino a due anni di carcere, oltre a una multa fino a 20mila euro. In caso di condanna definitiva, anche alla società sarà applicata una sanzione pecuniaria amministrativa.

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