Coronavirus, l'Istat conferma: «In provincia di Latina mortalità comunque ridotta»

Coronavirus, l'Istat conferma: «In provincia di Latina mortalità comunque ridotta»
di Giovanni Del Giaccio
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Sabato 20 Giugno 2020, 06:30

I dati dei decessi e tre scenari (ottimista, moderato e pessimista) sulla loro evoluzione nel 2020. Sono quelli che ha messo insieme l’Istat - l’istituto nazionale di statistica - nella pubblicazione “Covid-19 e scenari di mortalità: un’analisi a livello provinciale”.

Un lavoro di Gian Carlo Blangiardo (presidente dell’Istat), Roberto Fantozzi, Anita Guelfi e Valentina Talucci pubblicato ieri e nel quale si conferma come Latina sia una delle province nelle quali - nonostante il Coronavirus - la mortalità sarà inferiore al passato.

Andiamo con ordine. Secondo l’analisi dei ricercatori circa l’85% della crescita della mortalità, registrato nei mesi di marzo e aprile, «appare concentrato in alcune aree dell’Italia settentrionale, dove l’epidemia ha colpito con più veemenza»: si tratta di 37 Province del Nord, a cui va aggiunta quella di Pesaro Urbino. «Nell’insieme di queste Province - si spiega - i decessi per il complesso delle cause sono quasi raddoppiati nel mese di marzo 2020 (+94,1%; oltre 22 mila decessi in più rispetto alla media 2015-2019) e sono risultati superiori di circa due terzi nel successivo mese di aprile (+66%; oltre 14 mila decessi in più)». Le prime cinque sono Bergamo, Milano , Brescia, Cremona e Torino.

A fronte di questo ci sono dieci province - tra le quali Latina - dove i decessi comunque vada caleranno. Anzi, quella pontina è tra le cinque (con Ragusa, Agrigento, Salerno e Roma) dove il calo sarà più marcato: - 51, - 71 o meno 102 decessi a seconda dello scenario considerato.
«Sono stati analizzati anche i tassi di mortalità in termini di «delta», ossia di variazione del loro livello, nel corso del 2020, tra il valore che si sarebbe atteso in assenza di Covid-19 (scenario base) e quello stimato dal modello di simulazione in corrispondenza dei 3 differenti scenari ipotizzati» - dicono ancora all’Istat. In questo caso la variazione, a Latina e provincia, va da un meno 0,10 a un meno 0,20.

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Lo studio fornisce anche un altro dato: «Gli effetti complessivi dell’epidemia possono essere misurati, su base provinciale, anche attraverso il conteggio dell’entità dell’eventuale “perdita di futuro” che la popolazione, nel suo complesso, va a subire a seguito dell’accresciuta mortalità dovuta alla pandemia. Si tratta, in altri termini, di misurare quale sia l’effetto atteso da Covid-19 nel modificare la consistenza di quello che è il “patrimonio demografico” di ogni Provincia, inteso come il totale di anni-vita che competono ai suoi residenti in base alle aspettative di vita (e di riflesso alle condizioni di mortalità) di un dato periodo». Ebbene si assisterebbe a un ridimensionamento, in termini di aspettativa di vita, «significativamente più marcato nelle Province del Nord». Soprattutto nel Nord-ovest e lungo la dorsale appenninica, «si passerebbe da una speranza di vita alla nascita di quasi 84 anni, a una di circa 82». Nel Centro e nel Sud, invece « si registrano variazioni del patrimonio demografico sostanzialmente nulle o in molti casi persino positive».

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