Buoni spesa, a Latina il 70% delle richieste dai nuovi poveri causati dal Coronavirus

Buoni spesa, a Latina il 70% delle richieste dai nuovi poveri causati dal Coronavirus
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Lunedì 20 Aprile 2020, 06:20

Colf, camerieri, lavoratori a giornata rimasti a casa con il lockdown. Sono i nuovi poveri da Coronavirus. A livello nazionale, in base ad una ricerca della Fondazione studi Consulenti del lavoro, l’unica fonte di reddito familiare venuta meno con la sospensione delle attività riguarda 3,7 milioni di lavoratori. A Latina la dimensione del fenomeno sta emergendo di giorno in giorno. L’allarme lanciato dalla Caritas diocesana del capoluogo pontino, che tra i primi richiedenti i pacchi solidali (beni di prima necessità raccolti grazie alle donazioni) ha contato un’ottantina di nuclei familiari sconosciuti alla rete di sostegno già in essere presso le parrocchie o i servizi sociali, si consolida purtroppo con un primo esame delle pratiche relative ai buoni spesa finanziati dal Governo e dalla Regione Lazio. Finora sono pervenute al Comune di Latina circa 3.000 domande di buoni spesa. “Il 70% delle istanze – spiega Stefania Krilic, responsabile del servizio Inclusione sociale – arriva da persone che non percepiscono ammortizzatori, reddito di cittadinanza o altre tipologie di assistenza economica. Il che significa che i richiedenti sono nuovi ai nostri uffici del Welfare”. Nel mentre cresce il numero delle richieste dei voucher alimentari, aumenta anche il numero delle erogazioni degli stessi al termine di un’istruttoria per la verifica dei requisiti per l’assegnazione che viene effettuata anche attraverso colloqui telefonici a cura del segretariato sociale. Ed è in questa fase che emerge l’identikit del richiedente. “Sono per lo più persone che in questo momento non stanno più lavorando, collaboratrici domestiche, camerieri dei ristoranti, muratori, lavoratori occasionali. Tutte persone che non riescono più a fare la spesa - afferma la dottoressa Krilic – e non mancano richieste da parte di figli di noti professionisti che sono al vaglio”. La percentuale dei nuovi poveri aumenta del 10% tra le domande ammesse. Cioè i beneficiari degli accreditamenti effettuati finora, su tessera sanitaria utilizzabile in cassa presso gli esercizi commerciali convenzionati, sono all’80% nuovi poveri. “In generale alcune istanze esaminate – spiega la responsabile del servizio – le abbiamo lasciate in sospeso in quanto in attesa di perfezionamento da parte del richiedente. Soltanto in minima parte non si è proceduto ad ammissione, come nel caso di coloro che percepiscono un reddito di cittadinanza completo”. Angelo Raponi, direttore della Caritas diocesana di Latina, nei giorni scorsi ha auspicato donazioni in denaro, oltre a quelle di meri prodotti alimentari, per fronteggiare anche l’emergenza di un numero crescente di persone per altre tipologie di spese, affitto, bollette e ticket sanitari in attesa di ulteriori interventi governativi. Lo chiamano reddito di emergenza. E’ all’ordine del giorno del cosiddetto decreto di aprile ma l’emergenza è già arrivata. Si tratta di un ammortizzatore di circa tre miliardi di euro per rimediare, a livello nazionale, al disagio del lockdown. Previsto un bonus di 500/600 euro, per due mesi, per chi un lavoro ce lo aveva, sia pure in nero, colf, badanti e per tutti coloro esclusi dal decreto Cura Italia. Rita Cammarone

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