Coronavirus, la pediatra: «Se i bimbi hanno la febbre non allarmatevi, i casi sono molto pochi»

La dottoressa Franchin con la sua segretaria
di Monica Forlivesi
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Martedì 24 Marzo 2020, 08:27 - Ultimo aggiornamento: 08:33
Lo squillo del telefono risuona nel grande studio pediatrico di Latina semi-deserto. Lucia Franchin risponde, è un padre preoccupato, suo figlio ha 37,3 di febbre, qualche colpo di tosse. Basta poco in questi giorni di emergenza per la pandemia a gettare nel panico i genitori. Paradossalmente questi esseri così piccoli e che hanno bisogno di essere costantemente accuditi, sono quelli che si ammalano meno, ma non per questo bisogna abbassare le guardia. L'attenzione di fronte ad un virus ancora tutto da studiare va mantenuta alta.
La dottoressa Franchin è una pediatra di famiglia, laureata nel 1996, per dieci anni ha lavorato a Priverno, da due anni si è trasferita a Latina, dove vive, e attualmente segue 880 bambini. Lavora in uno studio associato con altri pediatri di base che nell’ultima settimana si alternano in modo tale da dare un servizio continuativo, essere un presidio di riferimento, ma il lavoro viene svolto esclusivamente per telefono.

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«Siamo a studio uno alla volta - spiega Lucia Franchin - dalle 9,30 alle 19 i pazienti trovano un pediatra a studio, facciamo tutto per telefono e utilizziamo le ricette online. Tengo monitorati i bimbi che hanno febbre tutti i giorni, abbiamo avuto una segnalazione, una mia collega un paio di giorni fa, di una situazione a rischio che abbiamo segnalato. Siamo costantemente in contatto con la responsabile di riferimento del Distretto Asl che teniamo informata costantemente».
I bimbi si ammalano poco fortunatamente. «Esatto, i bimbi si ammalano poco di Coronavirus, non sappiamo esattamente per quale motivo, è allo studio, ma probabilmente è un fatto collegato al loro sistema immunitario. In questo periodo poi, che sono a casa da asili e scuole, si ammalano decisamente meno».
È preoccupata per i suoi piccoli pazienti? «No, sono più preoccupata per i genitori, sento che sono ansiosi, comprensibilmente, intendiamoci. Io cerco di razionalizzare, di spiegare che se hanno un po’ di febbre, non hanno sintomi persistenti e soprattutto difficoltà di respirazione è sufficiente dargli la Tachipirina e seguirne il decorso. Sono io la prima a farlo sentendoli ogni giorno  finché non passa la febbre. E’ chiaro che è una situazione difficile, ma siamo costantemente in contatto anche tra di noi pediatri per monitorare la situazione e confrontarci. Come ci ha comunicato un paio di giorni fa il nostro referente nazionale, il presidente della Società italiana di pediatria, Alberto Villani: anche per quanto riguarda la casistica italiana tra i bambini viene confermato ciò che a livello internazionale già sapevamo: sono 300 i bambini in Italia positivi al Coronavirus, ma non esistono fatalità tra i bambini, né casi gravi». Un messaggio che deve rasserenare quindi genitori e nonni.

Il consiglio della pediatra è che se un bambino presenta dei sintomi, soprattutto se non sono particolarmente importanti, occorre sentire sempre il pediatra e con lui stabilire cosa fare. Ma il criterio per preoccuparsi resta quello di prima del Coronavirus: se un bimbo ha dei problemi importanti allora meriterà attenzione e andrà portato in ospedale. «Il Coronavirus - dice ancora la dottoressa Franchin - per il momento non rappresenta un problema per i bambini. Mi hanno telefonato diversi genitori preoccupati perché i loro piccoli hanno la congiuntivite, ho spiegato loro che non è un sintomo unico in caso di Coronavirus, di mettere come sempre il collirio, in caso il bambino abbia anche altri sintomi e stia male allora inerverremo in modo adeguato».

Possono avere conseguenze i bambini dal punto di vista psicologico? «Devo dire che secondo me chi risente di più di questo momento sono i genitori non i bambini. I piccoli sono tutti abbastanza tranquilli, si impauriscono se la mamma e il papà sono ansiosi. Quindi genitori mi raccomando, compatibilmente con la situazione, cercate di stare tranquilli e trasmettete positività ai vostri bambini. Utilizziamo questo tempo in cui dobbiamo stare per forza a casa per dedicarci di più a loro, per stare bene insieme».
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