Ventinove arresti per contrabbando internazionale, uno anche a Latina

Ventinove arresti per contrabbando internazionale, uno anche a Latina
2 Minuti di Lettura
Mercoledì 29 Giugno 2022, 12:06 - Ultimo aggiornamento: 12:07

Centoquindici indagati, 28 persone arrestate in molte province italiane tra cui quella di Latina. Si è conclusa all'alba di ieri l'operazione Melita condotta dalla Guardia di finanza di Trento che ha permesso di sgominare cinque gruppi che si dedicavano al commercio di contrabbando, con importanti ramificazioni anche all'estero, in particolare in Slovenia, Germania, Belgio, Inghilterra, Olanda, Polonia, Francia, Bulgaria e Grecia.

Le organizzazioni erano composte di soggetti di nazionalità italiana, rumena, moldava, ucraina, greca e maltese che commerciavano in sigarette, alcolici e prodotti energetici. Un arresto e alcune perquisizioni hanno interessato anche il territorio pontino, mentre altre 19 persone sono state rintracciate nelle province di Bari, Roma, Trieste, Napoli, Campobasso, Caserta, Perugia, Lecce, La Spezia, Massa Carrara, Isernia, Alessandria, Treviso e Venezia e le restanti otto in Paesi esteri. Gli indagati sono a vario titolo accusati di associazione a delinquere finalizzata al contrabbando di tabacchi, sottrazione all'accertamento o al pagamento dell'accisa sui prodotti energetici e sulle bevande alcoliche, il tutto con l'aggravante del reato transnazionale. Cinque degli arrestati inoltre risultavano anche percepire indebitamente il reddito di cittadinanza e sono stati segnalati per questo alle procure competenti.

Le indagini sono iniziate nel 2018 con il monitoraggio del transito di alcuni tir in transito al valico del Brennero e sono state condotte dal Nucleo di polizia ecomomico finanziaria di Trento con il supporto dello Scico di Roma. Utilizzando sofisticati strumenti tecnici in grado di rivelare l'esistenza di doppifondi o di carichi di copertura negli autoarticolati è stato possibile ricostruire il fiorente traffico illecito di prodotti di contrabbando provenienti da Slovenia e Germania. La merce, trasportata su tir, pullman, furgoni e anche auto, arrivava in Italia attraverso i valochi di Prato La Drava, Tarvisio, Trieste e appunto dal Brennero. Le intercettazioni telefoniche e ambientali degli indagati hanno poi fatto il resto. Come accertato dagli investigatori, i prodotti energetici viaggiavano via terra o via mare a bordo di container, scortati da documentazione falsa, le sigarette invece erano scortate da documenti all'apparenza regolari che ne attestavano la destinazione a Paesi extra comunitari e che venivano invece immesse nel mercato nazionale, per gli alcolici infine venivano aperti ad hoc depositi fiscali dove stoccare fittiziamente i carichi, in sospensione di imposta, provenienti da fornitori europei e destinati al mercato clandestino.
La.Pe.
© RIPRODUZIONE RISERVATA

© RIPRODUZIONE RISERVATA