Latina, cassa integrazione illegittima: Sicamb condannata

L'avvocato Fabio Leggiero
di Rita Cammarone
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Giovedì 25 Giugno 2020, 21:49 - Ultimo aggiornamento: 21:58
Fissata per il prossimo 15 luglio l'udienza per la valutazione della proposta di concordato preventivo presentata dalla Sicamb spa, la stessa società è stata condannata a risarcire un lavoratore sospeso a zero ore a fronte di una cassa integrazione straordinaria, attivata nel 2014, ritenuta illegittima con una recentissima sentenza del Giudice del Lavoro Viola Montanari del Tribunale di Latina. Si tratta del terzo pronunciamento, inerente altri casi del medesimo provvedimento aziendale, sfavorevole alla società che produce, nello stabilimento a ridosso dell'Appia, interni per elicotteri militari. Il lavoratore, oggi in pensione, assistito dall'avvocato Fabio Leggiero, giuslavorista del foro di Latina, aveva subito impugnato il provvedimento, come altri colleghi, ritenendolo nullo, illegittimo e discriminatorio nei suoi confronti. La cassa integrazione sarebbe stata applicata ad una trentina di dipendenti, senza che fosse prevista alcuna rotazione.

«La sentenza del giudice Montanari, che è immediatamente esecutiva spiega l'avvocato Leggiero - ha definitivamente accertato l'illegittimità della messa in cassa integrazione guadagni in danno del lavoratore condannando l'azienda Sicamb spa di Latina al risarcimento di tutte le retribuzione che avrebbe maturato se non fosse stato collocato nell'ammortizzatore sociale a zero ore».

«Il Tribunale commenta Leggiero - ha accertato l'illegittimità della procedura di cassa integrazione straordinaria relativamente all'assenza di specificità dei motivi afferenti l'utilizzo dell'ammortizzatore sociale unitamente alla chiara violazione dei criteri di scelta in danno del lavoratore; quest'ultimo rimasto penalizzato rispetto ad altri a parità di fungibilità, polivanza e criteri soggettivi. In sostanza, l'azienda ha operato in maniera errata il raffronto del personale da collocare in cassa integrazione, creando un concreto e reale danno al mio assistito in chiara violazione dei principi di correttezza e buona fede che sempre devono sussistere nel rapporto di lavoro». Il giuslavorista auspica che in tempo di Covid-19 non vi sia un uso indiscriminato dell'ammortizzatore sociale in danno dei lavoratori. A inizio anno alcuni dipendenti hanno presentato un esposto in Procura inerente presunti mancati versamenti del Tfr al Fondo di previdenza complementare a partire dal 2008.
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