«Chiudere Al Karama» il flash mob di Fratelli d'Italia nel campo rom abusivo

«Chiudere Al Karama» il flash mob di Fratelli d'Italia nel campo rom abusivo
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Sabato 18 Gennaio 2020, 14:24 - Ultimo aggiornamento: 14:37

ll coordinamento comunale di Fratelli d’Italia Latina ha tenuto questa mattina - sabato 18 gennaio - un flash mob davanti al campo rom di Al Karama. Esponenti del partito locale, insieme al coordinatore comunale Gianluca Di Cocco, alla promotrice dell’iniziativa Daniela Vivolo, e ai consiglieri comunali Matilde Celentano e Andrea Marchiella, hanno esposto uno striscione con la scritta “No al degrado, chiudiamo Al Karama – Zona franca inaccettabile”.

All’iniziativa hanno partecipato anche esponenti di sindacati e della comunità locale.
«La manifestazione di oggi – spiega Daniela Vivolo, membro del direttivo comunale di Fratelli d’Italia Latina e promotrice del flash mob – segue un percorso che stiamo portando avanti a livello politico e istituzionale per arrivare alla chiusura di questo centro di degrado. Con il gruppo consiliare lo scorso dicembre abbiamo presentato un’interrogazione per conoscere ciò che sta facendo il Comune di Latina per Al Karama, e per ammissione del vicesindaco e assessore alla legalità e sicurezza Paola Briganti, il campo rom non è autorizzato e presenta gravi carenze igienico sanitarie, peraltro ben visibili, basta guardarsi intorno e notare i cumuli di rifiuti e le carcasse di veicoli che si notano già dalla strada. Ciò nonostante l’Assessore ha annunciato che con la Regione Lazio, proprietaria del campo, il Comune sta per stipulare una nuova convenzione per la gestione di Al Karama, ma qui non c’è nulla da gestire, qui bisogna chiudere senza indugiare ancora. Per questo abbiamo coinvolto la Regione Lazio per tramite del nostro consigliere regionale Giancarlo Righini che ha presentato un’interpellanza sollecitando l’immediata chiusura del campo rom».

«Non è la prima volta che interveniamo su Al Karama – sottolinea Gianluca Di Cocco  -, per sottolineare lo stato di degrado e i problemi di igiene e criminalità. Nel campo ci sono minori, che vivono in condizioni pietose e non sappiamo neanche se vanno a scuola».  Il campo era nato, su progetto della Cgil, come centro di prima accoglienza per migranti e all'epoca dell'inaugurazione - negli anni '90 - era un fiore all'occhiello. Successivamente, terminato il progetto, è divenuto un campo rom senza regole, spesso al centro anche di interventi delle forze dell'ordine.
 
«Continuano le nostre iniziative per arrivare alla chiusura del campo rom – conclude il Senatore Nicola Calandrini, assente al flash mob per impegni istituzionali –. Non è tollerabile che Al Karama possa restare in piedi senza autorizzazioni e in condizioni di degrado lampanti. Attendiamo ora la risposta della Regione Lazio, che in quanto proprietaria del campo, non può e non deve voltarsi dall’altra parte ma deve intervenire senza proporre altro che non sia l’immediata chiusura». 

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