Chioschi in fiamme, gli imprenditori: «Subito telecamere»

Chioschi in fiamme, gli imprenditori: «Subito telecamere»
di Fabrizio Scarfò
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Domenica 21 Maggio 2023, 09:43 - Ultimo aggiornamento: 10:28

«Delle idee ce le siamo fatte, ma non sta a noi trovare i responsabili. Alle forze dell'ordine il compito di individuarli: noi non ci faremo piegare e riapriremo tutti, salvando la stagione». Sono le parole pronunciate ieri dai gestori dei chioschi, riunitisi in un comitato nato spontaneamente dopo i recenti fatti di cronaca per esporre, nel corso di una conferenza, alcune richieste in vista dell'imminente stagione estiva, ma anche di quelle successive.

«Tiriamo fuori qualcosa di positivo da quanto accaduto.

Ora l'attenzione è alta: sfruttiamola per creare prospettiva». Durante l'incontro i gestori hanno spiegato di aver ricevuto rassicurazioni da parte delle forze dell'ordine, con gli investigatori al lavoro per risalire all'identità di chi si cela dietro i due roghi scoppiati a 48 ore di distanza l'uno dall'altro. A complicare le indagini, tuttavia, il non funzionamento del sistema di videosorveglianza del lungomare, con le telecamere fuori uso e che quindi non hanno ripreso chi materialmente ha appiccato il fuoco.

Spunta anche una domanda: se il vero obiettivo fosse stato solamente il primo e non il quinto chiosco, bruciato per "errore" poiché confuso con la struttura data in affidamento dal Comune attraverso un bando? Chi ha appiccato l'incendio potrebbe aver fatto confusione tra le due strutture, considerando anche la strada ora a senso unico che, entrando con la macchina, rende di fatto l'ultimo chiosco vicino a Rio Martino non più il quinto, ma appunto il primo che ci si trova davanti.

Per ora sono solo ipotesi sulle quali non vi è alcuna conferma, mentre ad essere certe e chiare, sono le richieste dei gestori: innanzitutto, una maggiore sorveglianza con telecamere funzionanti e magari un sistema di riconoscimento targhe delle auto che si immettono nella strada; poi l'ok definitivo dal Comune per montare strutture leggere alternative a quelle andata a fuoco, sulla quale però i gestori hanno già ricevuto rassicurazioni nel loro recente incontro con il sindaco, che avrebbe dato loro un parere positivo per installare strutture diverse da quelle previste dal regolamento, al fine di salvare l'imminente stagione estiva. Poi, ancora, la riapertura urgente della strada a doppio senso, il transito di almeno due navette per il trasporto, la destagionalizzazione, un marketing territoriale del lato sinistro del lungomare definito «un patrimonio unico, una spa a cielo aperto grazie alla bandiera blu, alla sabbia ferrosa e all'enogastronomia locale» e, infine, un tavolo tecnico per affrontare ciclicamente tematiche relative alla stagione balneare.

NIENTE VIGILANTES

I gestori hanno escluso, invece, l'ipotesi della vigilanza privata: «Una strada non percorribile vista la lunghezza del tratto di lungomare oltre 9 km difficili da presidiare e che richiederebbe ulteriore denaro rispetto a quello già speso per correre ai ripari dopo quanto accaduto, con un danno stimato tra i 70 e i 100.000 euro». Rappresentati dall'imprenditore Giuseppe Pastore, gli amministratori dei chioschi non hanno infatti mancato di ricordare la spesa a cui sono chiamati per la concessione, un canone anticipato a cui si aggiunge la tassa per l'immondizia e quella per l'occupazione del suolo: spese a cui spesso «non sono andati di pari passo i servizi, ma soprattutto un dialogo rispetto alle numerose criticità presenti. Questa stagione è ormai compromessa ma, per aiutarci l'un l'altro, ci siamo anche autotassati: un segnale forte per non farci piegare da questi atti estremi».

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