Acquistare, ad esempio, un Gran ricciolo di Gragnano in cartoccio con mazzancolle e pesto di rucola, e servirlo in casa potrebbe comportare qualche piccolo problema se non si ha dimestichezza del mestiere. E allora Nazareno arriva in soccorso con la messaggistica. «L'idea del menu fisso con il video tutorial spiega lo chef mi è venuto in mente in occasione del Primo Maggio ed è stato molto apprezzato, poi l'ho riproposto per la Festa della Mamma e ora vedo che sta funzionando. Quindi continuerò con il delivery accompagnato dal video-messaggio almeno fino a dicembre».
Il Caminetto di via Cavour e l'omonima enoteca che affaccia nella retrostante via Marconi, gestita dal sommelier Biagio Fontana, figlio di Nazareno, rappresentano uno dei simboli dell'enogastronomia terracinese. Propone piatti della tradizione, rivisitati dallo chef, accompagnati da buon vino da sorseggiare attraverso un'esperienza sensoriale e culturale. Gli svedesi che amano Terracina, sono particolarmente affezionati a Il Caminetto tanto da partecipare durante il loro soggiorno, all'ombra di Pisco Montano, ai corsi di cucina organizzati per la particolare clientela. Presto per dire se gli svedesi torneranno anche quest'anno a sedersi ai tavoli dei Fontana.
Già, i tavoli, un vero incubo. Sanificati tutti gli ambienti, stabilite le distanze in cucina con il doloroso dimezzamento della brigata, effettuato qualche piccolo ritocco nei locali, Nazareno e Biagio si sono armati di metro per ridisegnare il layout delle sale. Al ristorante restano una sessantina di posti a sedere al chiuso, nell'enoteca appena una quindicina. Lo spazio per qualche altro coperto lo si ricava all'esterno sotto le pergotende.
«La prenotazione è super-obbligatoria - commenta il sommelier -. E speriamo che nei prossimi mesi arrivi un segnale di rilancio economico per tutti». Anche ieri mattina il maestro Nazareno si è recato all'asta del pesce aggiudicandosi gamberoni rossi, scampi, un paio di pezzogne e un astice blu delle Isole Pontine per assicurare ai suoi clienti ai tavoli o raggiunti con il servizio a domicilio piatti tipici, ma rivisitati, del territorio.
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