Chat dell'odio, bulli sospesi. La preside: «Pensavano fosse un gioco. Ora impegnati in progetti con disabili e stranieri»

I messaggi choc alla compagna: "Muori, non se ne accorgerà nessuno"

Chat dell'odio, bulli sospesi. La preside: «Pensavano fosse un gioco. Ora impegnati in progetti con disabili e stranieri»
di Marco Cusumano
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Giovedì 25 Maggio 2023, 10:58 - Ultimo aggiornamento: 17:04

Sono scattate le sospensioni per i ragazzi di 13 anni coinvolti in una brutta storia di bullismo ai danni di una compagna di classe che frequenta la terza media in una scuola della provincia di Latina. La Procura dei Minori di Roma indaga per istigazione al suicidio e stalking dopo aver ricevuto la dettagliata denuncia dalla madre della ragazza finita nel mirino dei compagni.

La preside della scuola ha affrontato la vicenda subito dopo la segnalazione, convocando il consiglio di classe e avviando un percorso di dialogo con i ragazzi grazie anche al supporto di una psicologa. «Abbiamo disposto le sospensioni di alcuni dei ragazzi coinvolti - spiega la dirigente - con provvedimenti di 15, 10 e 7 giorni.

Ma la cosa più importante è stata un'altra: li abbiamo coinvolti in attività utili all'interno della scuola, alcuni di loro ad esempio hanno aiutato dei ragazzi stranieri in un progetto per l'insegnamento della lingua italiana. Hanno anche avuto dei ruoli nell'assistenza a compagni con disabilità. Stiamo cercando il modo di recuperare i ragazzi, facendo capire la gravità dei loro errori, anche per non far perdere l'anno scolastico. I ragazzi hanno di certo sottovalutato quanto accaduto, pensavano che mandare questi messaggi così pesanti fosse una specie di gioco».

E invece il "gioco" ha avuto conseguenze gravi sulla ragazzina finita nel mirino dei bulli. La 13enne, terrorizzata, si è isolata sempre di più, è calata nel rendimento scolastico e ha iniziato anche a entrare in ritardo per evitare di incontrare i compagni all'ingresso della scuola. La chat dell'odio, secondo quanto emerso, è stata creata da un ragazzino di cui la vittima si era invaghita, ma che non ricambiava il suo interesse. La chat è diventata rapidamente un luogo dove raccogliere insulti di ogni genere, con tanto di indicazioni sulle modalità, come se fosse un gioco. La ragazzina era stata soprannominata "Ebola" e veniva ricoperta di insulti, anche per l'aspetto fisico e il portamento. «Se muori non se ne accorge nessuno...» scrivevano i compagni di classe che la incalzavano con altri messaggi come: «Se non hai amici, fatti una domanda»; «Per quanto sei grossa non passi dalla porta».

Solo un paio di amichetti sono usciti dalla chat, cancellando anche gli orribili messaggi, mentre gli altri sono andati avanti nell'assurdo gioco degli insulti, giorno dopo giorno. Fino a quanto la ragazzina non ha trovato il coraggio di raccontare tutto alla mamma che, a sua volta, ha segnalato il caso alla scuola denunciando tutto alla polizia. Ora l'indagine è in corso mentre la scuola ha organizzato diversi incontri alla presenza di una psicologa e della Garante dell'Infanzia, Monica Sansoni. Ora il caso è nelle mani della Procura dei Minori.

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