Le regole vanno rispettate e la tecnologia non deve essere demonizzata: in mezzo scorre il fiume della modalità, della convivenza di questi due aspetti che al liceo Majorana ha determinato una degenerazione: di parole e di reazioni. Qual è il modo giusto per gestire la presenza dei cellulari a scuola? Vediamo come presidi e genitori commentano quanto accaduto. «Un episodio deprecabile e da condannare. Qualunque forma di violenza, verbale o peggio ancora fisica, nei confronti del personale della scuola va condannata e perseguita anche in sede civile - sottolinea Antonello Giannelli, presidente dell'Associazione nazionale presidi - La questione dei telefonini in classe - è rimessa ad ogni singolo istituto. In certe situazioni può essere preferibile provvedere a una sorta di ritiro dei cellulari, ma in maniera condivisa con l'utenza. In altri casi, invece, il telefonino potrebbe trovare anche una dimensione all'interno delle attività didattiche, utilizzandolo come uno strumento, alla stregua di un computer. Ricordiamoci che l'educazione alla cittadinanza digitale fa già parte del piano di studi».
Il presidente dell'Anp di Roma, Mario Rusconi, sottolinea: «Il fatto che i genitori abbiano diseducato una figlia in questo modo significa che la famiglia ha perso la capacità di un intervento saggio sui figli.
Parla poi del dilagante abuso della tecnica a scapito della conoscenza della tecnologia: «Ma essere cittadini oggi vuol dire saper condividere con gli altri il rispetto e le buone maniere sia nel mondo reale sia in quello virtuale. Episodi come questo ne dimostrano esattamente la mancanza in entrambe le realtà, che è poi unica». Conclude Rusconi: «Lo sportello psicopedagogico, da molti di noi auspicato in ogni istituto, dovrebbe interessarsi anzitutto dell'educazione di molte famiglie. I figli - conclude - apprendono sempre dagli esempi dei genitori».
Mo.F.
© RIPRODUZIONE RISERVATA