Cattivi odori dal depuratore di Ponza, scatta la diffida dei residenti: «Ora basta»

Cattivi odori dal depuratore di Ponza, scatta la diffida dei residenti: «Ora basta»
di Giovanni Del Giaccio
3 Minuti di Lettura
Lunedì 6 Settembre 2021, 08:50

Lo segnalano da tempo, inascoltati. Adesso sono pronti a passare alle vie di fatto. Intanto con una diffida, poi se necessario con la richiesta di risarcimento. Il problema? Il depuratore di Ponza che continua a emanare cattivi odori. Decine di cittadini dell'isola intendono dar vita a una class action se la vicenda non verrà risolta. Non solo, proprio questa mattina - lunedì 6 settembre - a causa del vento di levante in porto sono arrivate delle chiazze al momento inspiegabili. Sono legate all'impianto che ha una condotta che scarica in mare? Difficile dirlo, certo è che non si tratta di un bello spettacolo.

Un gruppo di residenti si è affidato all'avvocato Lidia Porzio che ha inviato una diffida ad Acqualatina, al Comune di Ponza, alla Provincia di Latina e all'Arpa Lazio.

L'oggetto è chiaro: "Emissioni odorigene depuratore di Giancos".

Nell'atto si legge: "Data l’urgenza della situazione e l’intollerabilità delle emissioni provenienti dal depuratore, si invita e diffida  Acqualatina S.p.A. a eseguire con urgenza ogni attività volta alla cessazione delle emissioni ed a consegnare alla scrivente il progetto del depuratore nonché gli esisti delle indagini e dei campionamenti eseguiti sull’impianto, se esistenti, dal mese di maggio 2021 fino ad oggi al fine di verificare le cause delle emissioni e in ogni caso a consentire ad un tecnico nominato dai miei assistiti l’esecuzione di un sopralluogo volto a verificare il corretto funzionamento dell’impianto. Il Comune di Ponza in persona del Sindaco, anche quale autorità sanitaria locale e la Provincia a porre in essere ogni attività volta alla cessazione delle emissioni compreso ogni provvedimento nei confronti del gestore dell’impianto Acqualatina anche mediante il coinvolgimento di Arpa Lazio". 

Nello stesso documento vengono sottolineati: "Una grave lesione del diritto al normale svolgimento della vita familiare e professionale all'interno della propria abitazione e più in generale del proprio immobile ed il diritto alla libera e piena esplicazione delle proprie abitudini di vita quotidiane; un potenziale danno alla salute  dei miei assistiti, costretti a respirare l’aria insalubre – probabilmente tossica – proveniente dall’impianto;  un rilevante pregiudizio economico consistente nella perdita di valore degli immobili che certamente perdurerà sino a quando le immissioni provenienti dall’impianto di depurazione non cesseranno; un potenziale danno ambientale in pregiudizio non solo dei miei assistiti ma della collettività in generale". 

© RIPRODUZIONE RISERVATA