Carabiniere confessa l'omicidio dell'albergatore, ma è giallo su dinamica e rapporti con Miriam (gravissima). L'uomo: «Non volevo uccidere»

Dramma della gelosia a Latina: 4 colpi esplosi dall'appuntato che ha ucciso Fidaleo, con altri 2 ha ferito gravemente Miriam Mignano

Carabiniere spara al direttore di hotel, il giallo dell'incontro in albergo. Interrogato fino a notte fonda scoppia in lacrime: «Non volevo uccidere»
di Marco Cusumano
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Mercoledì 8 Marzo 2023, 14:59 - Ultimo aggiornamento: 28 Marzo, 21:00

Un incontro ancora tutto da chiarire, forse un litigio scoppiato nel tentativo di fare chiarezza sui rapporti complessi che si intrecciavano tra i tre protagonisti. Il carabiniere Giuseppe Molinaro, 56 anni, è stato interrogato fino a notte fonda dopo il fermo per l'omicidio di Giovanni Fidaleo, 60 anni, direttore dell'hotel Nuova Suio nel Sud della provincia di Latina.

Davanti ai carabinieri l'uomo ha detto di essere pentito per quanto avvenuto: «Non volevo uccidere nessuno» ha ripetuto in lacrime davanti ai colleghi che lo interrogavano per ricostruire la dinamica dei fatti.

Ma i colpi sono stati tanti. Quattro quelli esplosi dall'appuntato che ha ucciso Fidaleo, con altri due invece hanno ferito gravemente Miriam Mignano, 31 anni, ex dipendente dell'albergo prima di diventare guardia giurata in servizio altrove.

IL GIALLO DELL'INCONTRO

Da chiarire come sia avvenuto l'incontro.

Due le ipotesi principali: il carabiniere potrebbe aver seguito la donna arrivando nell'hotel (deserto perché chiuso) dove ha iniziato a sparare contro lei e il direttore. Oppure, come il carabiniere ha sostenuto durante l'interrogatorio di stanotte, potrebbe essere andato lì insieme a Miriam Mignano, ipotesi che porterebbe a un tenativo di chiarimento, finito male, con il direttore dell'hotel.

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Di certo il militare, in servizio a Carinola, è arrivato all'hotel alla guida della sua Ford Focus. L'uomo conosceva la zona perchè aveva prestato servizio per anni alla stazione dei carabinieri di Castelforte. Dall'agosto del 2022 era in licenza straordinaria per gravi motivi di salute ma aveva ancora la pistola d'ordinanza.

I colpi mortali sono stati 4: 3 tra addome e torace e 1 sulla mascella destra contro il gestore dell'albergo. Altri due, uno all'addome e uno all'altezza del seno sinistro, contro la donna.

IL MOVENTE

L'ipotesi principale resta quella sentimentale, ma non è chiaro il ruolo dei singoli né i legami precedenti e attuali. Il carabiniere, che stava per separarsi dalla moglie, avrebbe avuto una relazione con la donna e il sospetto di un legame tra lei e il direttore dell'hotel potrebbe aver scatenato la furia omicida.

Dopo gli accertamenti tecnici - spiega la Procura di Cassino in una nota - gli investigatori hanno messo sotto sequestro i locali dell'hotel, la pistola d'ordinanza e l'autovettura del militare, una Ford Focus, oltre ai 7 bossoli esplosi, 3 frammenti di ogive, una spranga di alluminio, varie tracce di natura ematica, il video delle telecamere di sorveglianza e 3 telefoni cellulari, di cui uno appartenente a una persona informata sui fatti.

Le telcamere tuttavia sembrano fuori servizio e dunque difficilmente potranno fornire immagini utili a ricostruire i fatti.

«Al militare sono state ritirate cautelativamente in via amministrativa ulteriori armi legalmente detenute presso la sua abitazione» spiega la Procura. Il corpo del gestore dell'albergo è stata trasportato all'ospedale di Cassino per l'autopsia che sarà effettuata sabato.

LA DONNA FERITA

La donna, invece, sottoposta a intervento chirurgico è attualmente ricoverata in terapia intensiva con prognosi riservata all'ospedale Gemelli di Roma dove era stata trasportata in elicottero dopo la sparatoria. Le sue parole, quando potrà essere interrogata, saranno determinanti per ricostruire quanto accaduto.Il confronto con la versione fornita dal carabiniere potrà consentire di fissare i primi punti certi nella ricostruzione della dinamica, ancora tutta da verificare.

Il carabiniere è intanto rinchiuso nel carcere di Santa Maria Capua Vetere, il fermo dovrà essere convalidato dal giudice.

 

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