Caporalato, sfruttati e pagati a cottimo: sotto controllo giudiziario cinque aziende agricole pontine, nove gli indagati

Caporalato, sfruttati e pagati a cottimo: sotto controllo giudiziario cinque aziende agricole pontine, nove gli indagati
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Martedì 15 Febbraio 2022, 11:19 - Ultimo aggiornamento: 11:24

Sfruttamento del lavoro in agricoltura, pratiche del tutto illegali nella filiera agroalimentare, lavoratori trattati senza alcun rispetto né tutela. Gli agenti dei commissariati di Terracina e Fondi hanno portato a termine un'operazione di polizia giudiziaria ed eseguito misure cautelari emesse dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Latina, nell'ambito di un'indagine coordinata dalla Procura della Repubblica di Latina.

Episodi di caporalato sono emersi nell'area tra Terracina, Fondi, Monte San Biagio, Sabaudia, San Felice Circeo e Maenza. Le indagini sono iniziate nel maggio 2018 in seguito a una protesta pacifica che alcuni immigrati, ospiti di diversi Centri di Accoglienza Straordinaria, i Cas, fecero per richiamare l'attenzione sulle condizioni di sfruttamento a cui erano sotto posti e sulle persone che ne ricavavano lauti guadagni in maniera illegale.

Sono stati raccolti elementi che documentano situazioni di sfruttamento che riguardano circa cento lavoratori agricoli, ma che costituiscono solo il campione di un " sistema" potenzialmente in grado di essere replicato su vasta scala nello sfruttamento degli immigrati e persone richiedenti protezione internazionale.

Nove le persone indagate, sette sono imprenditori e soci di aziende agricole della provincia, mentre altri due indagati sono di origine straniera. Il gip ha disposto la misura del controllo giudiziario di cinque aziende agricole, nominando un amministratore giudiziario che affiancherà i titolari delle aziende per garantirne una conduzione conforme alle leggi, senza ricadute negative per l'occupazione e l'economia legale. Mentre, nei confronti dei due indagati di origine straniera, che rappresentavano il collegamento tra gli immigrati e gli imprenditori, è stata emessa la misura cautelare coercitiva del divieto di dimora nella provincia di Latina.

Gli imprenditori si avvalevano di stranieri per il reclutamento ed il trasporto dei braccianti, che venivano ingaggiati tra gli immigrati di origine indiana e bengalese, da impiegare anche come caporali sui campi di lavoro.

Gli indagati si passavano letteralmente i lavoratori a seconda delle esigenze, da un'azienda all'altra, pagati a cottimo e senza nessuna maggiorazione per straordinari e festivi. Per non parlare di ferie e malattie, insomma trattati come merce per arricchirsi ingiustamente. 

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