Canne di bambù per delimitare gli ombrelloni, presentato il progetto a Gaeta

Canne di bambù per delimitare gli ombrelloni, presentato il progetto a Gaeta
di Sandro Gionti
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Venerdì 8 Maggio 2020, 18:05
Nasce a Gaeta l’Associazione Stabilimenti Balneari “Spiaggia di Serapo”, che vede uniti gli operatori balneari del litorale nel promuovere, in questo periodo di emergenza sanitaria, sia con il supporto tecnologico che con iniziative di vario spessore, la città del Golfo, le sue bellezze naturalistiche, storiche e culturali e, in particolar modo, la spiaggia più famosa, quella di Serapo.

L’idea è quella di iniziare un percorso basato su un progetto di promozione turistica e di comunicazione, già iniziato anni addietro quando gli stessi operatori contribuirono a proprie spese all’apertura di un ufficio di informazioni turistiche, “Informare”. A tale scopo la neonata associazione si è affidata allo studio Innovation Projects di Gianpiero Di Cecca.

«L’auspicio - sottolinea il presidente dell’associazione, Giorgio Riciniello - è che ci sia sempre maggiore curiosità da parte dei turisti di conoscere questo territorio, sia in un ambito nazionale che internazionale. Naturalmente siamo disponibili a confronti e progettualità comuni, in sinergia con l’amministrazione ed altri enti e associazioni che hanno gli stessi obiettivi».

Da Gaeta , inoltre, parte anche una proposta ecosostenibile finalizzata ad una frequentazione delle spiagge in totale sicurezza. Autori del progetto due giovani architetti, il gaetano Antonio Magnatti ed il pugliese Fabio Galluzzi, che ieri hanno presentato al sindaco Cosmo Mitrano un progetto che ha come obiettivo quello di andare a mare rispettando il distanziamento sociale.

«L’idea - spiegano i due professionisti - è quella di perimetrare gli ambiti di fruizione della spiaggia e degli ombrelloni. Un modello che può essere realizzato in autocostruzione da ogni operatore balneare circoscrivendo il perimetro di 5 metri di diametro di ogni ombrellone con materiale ecosostenibile come canne di bambù o teli».
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