Dopo lo stop dovuto alla pandemia che ha interrotto per qualche mese le ricerche storico - subacquee dell'Associazione Uboat che ricerca e documenta la storia bellica del territorio le immersioni sono riprese e i partecipanti si sono imbattuti del relitto tornato alla luce. «Probabilmente il caccia apparteneva ad un reparto di volo di stanza nella pista aerea alleata di Nettuno spiega il presidente di Uboat Claudio Morino - L'aereo è mancante della parte di coda, che potrebbe essere stata staccata con le reti da qualche pescatore e trascinata non lontano, ma completo per la restante parte. La bassa profondità ne causa sovente l'insabbiamento anche se, in realtà in tal modo, risulta protetto dal saccheggio indiscriminato dei vandali incuranti delle testimonianze storiche. Da qualche anno l'aereo non era più visibile perché insabbiato dalle mareggiate. Le ricerche da noi condotte ci hanno portato a scopire che non è stato abbattuto, era danneggiato e gli americani hanno deciso di liberarsene buttandolo in mare».
Con foto e video ne è stato documentato lo stato di conservazione per valutare le possibilità di un recupero per poi esporlo in strutture museali idonee. «Si vede ancora il mimetismo giallo ocra, poi parte dell'insegna bianca con la stella racconta Morino - Un flap è mancante. Gli alloggiamenti per le mitragliatrici sono ancora in sito. Il motore è aperto con l'elica visibile. La parte più emozionante è l'abitacolo del pilota. Il seggiolino è perfetto ma mancano molti strumenti. La coda è mancante e si vede solo il grande serbatoio posteriore. Con la prossima immersione si cercherà di scoprire la punta dell'ala insabbiata per cercare le insegne. Il relitto è uno dei pochi in Italia a pochi metri dalla riva. Un pericolo per la sua integrità perché le mareggiate possono comprometterlo e perché troppa gente incosciente potrebbe asportarne pezzi. La soluzione migliore sarebbe un salvataggio ed un recupero per metterlo in un museo».
Non è la prima volta che al largo di Latina viene ritrovato un velivolo di questo tipo. Nel 1997 Angelo Silvestri, presidente dell'Archeosub Pontino, localizzò a circa 200 metri da litorale di Capo Portiere un relitto, pressoché integro, di un Curtiss P 40 L Warhwak. Vennero utilizzate delle sorbone per liberarlo dal fango, poi venne imbracato, sollevato, collocato su una speciale slitta, trasportato riva e poi trasferito a Piana delle orme. Nel 1998 è persino giunto a Latina Michael Mauritz, reduce statunitense della Seconda Guerra Mondiale, pilota del caccia inabissato nelle acque del litorale pontino il 31 dicembre del 1944.
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