«Quel pomeriggio all'intitolazione del parco cittadino ai magistrati Giovanni Falcone e Paolo Borsellino ho trovato tra il pubblico una galassia neo fascista, migliaia di persone che gridavano insulti e facevano il saluto romano. Poi, a distanza di qualche settimana ho saputo che la polizia postale aveva individuato un fotomontaggio pubblicato da un sito e diffuso su Facebook che mi diffamava sia come donna che come terza carica dello Stato e allora ho deciso di presentare una denuncia».
L'ex presidente della Camera Laura Boldrini ha raccontato così ieri pomeriggio la vicenda che la vede come parte offesa nel processo a carico di nove persone diffamazione via web per avere con insulti indecorosi e lesivi della sua dignità. La parlamentare è stata ascoltata dal giudice monocratico del Tribunale di Latina Elena Nadile chiamata a giudicare Simone Belardinilli, Stefano Cerroni, Emanuele Evangelisti, Pasqualina Mammaro, Massimo Scialanga, Donatella Vichi, Stefano Cocuzzi, Alessandro Gambadoro, e Massimo Sozio autori secondo l'accusa di un fotomontaggio al quale sono seguiti pesantissimi commenti fino a quando, nel giro di 24 ore, il post è stato rimosso.
Assistita dall'avvocato Dario Piccioni l'ex terza carica dello Stato ha ricordato la sua visita a Latina nel luglio 2017 su invito del sindaco Damiano Coletta. «L'evento fu caratterizzato da un clima profondamente ostile, dovuto alla presenza di organizzazioni di stampo fascista e di estrema destra che si erano date appuntamento nel capoluogo pontino allo scopo di contestare me e la decisione del primo cittadino.
Elena Ganelli
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