Bambino di 16 mesi positivo, i genitori: «Chiusi in casa senza risposte sui tamponi»

Bambino di 16 mesi positivo, i genitori: «Chiusi in casa senza risposte sui tamponi»
di Marco Cusumano
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Mercoledì 2 Settembre 2020, 10:16
«Siamo chiusi in casa dal 12 agosto, con un bambino di 16 mesi positivo al Covid, in attesa dell'esito dell'ultimo tampone che ancora non arriva». E' uno sfogo amaro quello di Nicola che vive a Priverno insieme alla compagna e al figlioletto.

«Pur comprendendo le difficoltà del momento - racconta l'uomo - devo dire che ci sentiamo abbandonati, rinchiusi nella nostra abitazione con un bambino piccolo, senza avere risposte». Tutto è iniziato il 12 agosto, la famiglia era a cena con altre persone quando è arrivata la notizia del contagio di alcuni colleghi della compagna di Nicola.

«Quella sera - racconta - abbiamo capito che eravamo stati esposti a un concreto rischio di contagio, così siamo tornati a casa senza più uscire, segnalando l'accaduto. Due giorni dopo siamo andati al Goretti per essere sottoposti al tampone che ha dato un risultato positivo per tutti e tre».

Mentre i genitori sono rimasti asintomatici, il bambino ha avuto una febbre piuttosto alta. «Abbiamo passato una notte tremenda - racconta il papà - con il bambino che aveva una temperatura sempre più alta, fino a superare 39. Poi per fortuna, dopo aver fatto gli impacchi, è stato meglio e si è ripreso. Successivamente abbiamo contattato due pediatri a Latina e il Bambino Gesù a Roma per avere indicazioni su come comportarci. Avendo un ospedale pediatrico d'eccellenza così vicino ci sembrava opportuno sfruttare questa possibilità. Ci hanno detto che se il bambino sta bene dobbiamo solo aspettare che sia negativo e solo a quel punto portarlo a Roma per sottoporlo ad accertamenti».

E qui arriviamo al cuore del problema. Gli ultimi tamponi effettuati a padre, madre e figlio risalgono a venerdì, ma l'esito ancora non viene comunicato. «Passano i giorni - racconta Nicola - e io continuo a fare telefonate ai numeri indicati, senza avere nessuna risposta certa. Una dottoressa ci ha confermato che i risultati non ci sono, non so più a chi rivolgermi. Siamo qui rinchiusi, da soli, con un bambino piccolissimo positivo al Covid, lasciati allo sbando senza alcuna indicazione. Capisco che i tamponi da analizzare sono tanti ma è possibile che la presenza di un bambino così piccolo non venga adeguatamente presa in considerazione? Ho parlato anche con il sindaco di Priverno, la devo ringraziare perché si è impegnata personalmente a risolvere la vicenda e sicuramente farà tutto il possibile per aiutarci. Ma davvero resto allibito nel trovarmi in una situazione del genere».

A tutto ciò si aggiunge un ulteriore problema. «La figlia della mia compagna - racconta Nicola - ha 17 anni e il 12 agosto si trovava a Latina da un'amichetta. Anche lei è stata sottoposta a tampone, per fortuna è negativa, ma da quel giorno non è potuta più tornare a casa, è rimasta dall'amica e noi non possiamo vederla in attesa dell'esito dei nostri ultimi tamponi. Oltre alla preoccupazione ci sono anche dei problemi pratici da affrontare, speriamo che la situazione si sblocchi rapidamente per il bene di tutti».

Marco Cusumano
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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