Autismo e inclusione, i carabinieri a "scuola" per comprendere i disturbi e migliorare gli interventi

L'intervento del colonnello D'Aloia
di Giovanni Del Giaccio
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Sabato 2 Ottobre 2021, 14:09 - Ultimo aggiornamento: 14:10

Parola d'ordine: inclusione. E' quella emersa durante il corso che si è svolto presso il Consorzio industriale, promosso dall’Associazione LatinAutismo, in collaborazione con il comando provinciale dei Carabinieri di Latina e la Asl, con i patrocini dell’università La Sapienza e della Provincia di Latina sul tema “ Autismo : strategia globale di intervento".  – un focus informativo sull’autismo dedicato alle Forze dell’Ordine.  

L’obiettivo del progetto, rivolto  nello specifico all’Arma dei Carabinieri capillarmente distribuita sul territorio della Provincia grazie alla presenza delle stazioni, è di aumentare la consapevolezza dei comportamenti connessi ai disturbi del neurosviluppo in generale e al disturbo dello spettro autistico in particolare, trasmettendo le conoscenze necessarie a riconoscere i sintomi comportamentali e il loro significato onde evitare, anche involontariamente, di creare occasioni di disagio o rispondere in modo inadeguato alle manifestazioni del problema, scambiandole per maleducazione o provocazione.

Il corso è stato tenuto da  Eleonora Camillo neuropsichiatra infantile dell’Università Sapienza – Polo Pontino,  Marina Eianti, pedagogista del centro di psichiatria dell’infanzia e dell’adolescenza di Priverno – Asl Latina e da Sara Bassani, psicologa e analista del comportamento "Bcba" ( Board certificated behavior analist).  

Il Comandante Provinciale dei Carabinieri di Latina, colonnello Lorenzo D’Aloia, ha aperto il seminario ringraziando i relatori per l’iniziativa fortemente condivisa ed apprezzata dall’Arma in considerazione della sua alta valenza sociale.

Nel corso dell’evento, la parola chiave utilizzata è stata - appunto - inclusione, da adottare in ogni settore della sfera sociale, dallo sport alla scuola, attraverso percorsi individualizzati.

Infatti, si sono verificati casi pratici nei quali l’ Arma  è dovuta intervenire in situazioni di criticità alla presenza di soggetti affetti da disturbo autistico. «Al di là del buon senso praticato dai militari - si legge in una nota -  nell’affrontare quotidianamente tali eventi, è apparso necessario fornire ulteriori elementi informativi per riconoscere tempestivamente i segnali dai quali desumere che si tratti di persona affetta da autismo per poter adottare l’atteggiamento operativo più consono per adottare una strategia adeguata nel corso di un intervento da parte degli operatori delle forze dell’ordine».

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