Attacco alla sede Inps di Latina, falsi necrologi affissi all'ingresso

Attacco alla sede Inps di Latina, falsi necrologi affissi all'ingresso
di Francesca Balestrieri
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Venerdì 10 Luglio 2020, 07:47
Si procederà in tutte le sedi, anche quelle giudiziarie, per quello che è accaduto ieri mattina presso 26 sedi provinciali Inps in tutta Italia, tra cui Latina. Nell'ingresso di molte sedi territoriali, infatti, sono apparsi dei falsi necrologi che riportano nomi, date e motivazioni del decesso di persone inesistenti con l'evidente scopo di danneggiare l'immagine dell'Istituto, intimidire i lavoratori, con la conseguenza di sollevare risentimenti ingiustificati da parte degli utenti, spiegano dall'Istituto.

I manifesti funebri sono stati affissi nella notte dai militanti di CasaPound Italia per denunciare la morte dell'economia italiana e di migliaia di piccoli e piccolissimi imprenditori, messi in ginocchio dalle politiche governative e giustiziati dai disservizi, dai ritardi e dall'incapacità di gestire i pochi aiuti statali da parte dell'Istituto Nazionale di Previdenza Sociale. Cosa a cui l'Inps risponde punto su punto illustrando invece i numeri della gestione dell'emergenza sanitaria ed economica dovuta al Coronavirus, che ha costretto centinaia di imprenditori a fare ricorso agli ammortizzatori messi in campo. Solo qualche giorno fa si è svolto il comitato provinciale in cui sono stati forniti i numeri che parlano di migliaia di mensilità pagate per un importo di 33 milioni e mezzo di euro.

«Solo l'Inps di Latina ha evaso il 90% delle richiesta di cassa ordinaria, straordinaria e in deroga - spiega il presidente provinciale Salvatore Piccoli - e quelle inevase sono state comunque lavorate e rinviate alla Regione perché errate. In questi giorni ne sono state rinviate in sede 250 che verranno presto evase. Non si può parlare di successo finché l'ultimo lavoratore non avrà ricevuto il sussidio, ma mi pare che questi attacchi siano ingiusti e ingiustificati».

I necrologi recitano, con date di morte di persone poco più che 40ntenni, i cui nomi dovrebbero essere inventati: «Ha concluso la sua missione terrena. Non ha ricevuto la cassa integrazione e non vedrà mai la pensione». «Si tratta di un atto vandalico - spiegano dall'Inps - che non solo danneggia l'immagine dell'Istituto e dei suoi lavoratori, ma costituisce un gesto di disprezzo verso le Istituzioni tutte. Riteniamo scandaloso questo attacco alla principale istituzione italiana a tutela del welfare nazionale. L'Inps fin dall'inizio dell'emergenza Covid-19 si è riorganizzato per far fronte alle enormi necessità determinate dalle decisioni del Governo e del Parlamento che hanno introdotto nuove prestazioni a sostegno delle famiglie, dei lavoratori e delle imprese.  Nel contempo i lavoratori dell'Istituto hanno garantito, in un contesto economico e sociale molto complesso, anche il regolare pagamento delle prestazioni ordinarie nella consapevolezza di rappresentare una risorsa essenziale per milioni di persone in difficoltà». Ecco perché l'Inps annuncia con forza che non si lascerà intimidire e che «continuerà a lavorare nei prossimi mesi con la massima energia ed impegno per garantire i servizi e servire il Paese».
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