Spaccio di droga ed estorsioni con metodo mafioso, sei nuovi arresti a Latina contro il clan Di Silvio

Spaccio di droga ed estorsioni con metodo mafioso, sei nuovi arresti a Latina contro il clan Di Silvio
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Lunedì 5 Novembre 2018, 08:48 - Ultimo aggiornamento: 15:53
E' in corso a Latina una vasta operazione della Polizia di Stato per l’esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere richiesta dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Roma, nei confronti di sei esponenti del clan Di Silvio.

L’ordinanza è «un primo seguito dell’operazione "Alba pontina" eseguita nello scorso giugno dalle Squadre Mobili di Roma e Latina e dal Servizio Centrale Operativo nei confronti di 25 soggetti, alcuni dei quali indagati per associazione di tipo mafioso».

Le nuove accuse sono di associazione a delinquere di stampo mafioso, estorsione e traffico di droga. Il nuovo provvedimento restrittivo riguarda sei persone e «rappresenta lo sviluppo più immediato dell’inchiesta denominata “Alba Pontina”, reso possibile dalle prime dichiarazioni di uno degli esponenti più importanti del clan rom, immediatamente riscontrate dalle indagini delle Squadre Mobili e del Servizio Centrale Operativo della Polizia di Stato». Il pentito ha deciso di collaborare «subito dopo l’esecuzione della prima misura cautelare, con la quale è stata formulata a suo carico anche l’imputazione provvisoria di associazione per delinquere di stampo mafioso, unitamente ad altri sette esponenti del clan».

«I destinatari odierni della misura cautelare - spiegano dalla Questura - sono Armando Di Silvio, considerato il capo del clan di stampo mafioso, sua moglie Sabina De Rosa, i figli Ferdinando Pupetto Di Silvio, Samuele Di Silvio e Gianluca Di Silvio oltre a Yuri Lupparelli, quest’ultimo, esponente di un pericoloso gruppo criminale romano, dedito al traffico e allo spaccio di stupefacenti nel delicato quartiere di Tor Bella Monaca». I sei «sono considerati responsabili, a vario titolo, di gravi reati commessi con l’aggravante del metodo mafioso quali lo smercio di cocaina sulle piazze pontine nonché di alcuni gravi episodi di estorsione».

Le dichiarazioni del collaboratore di giustizia e le conseguenti indagini della polizia giudiziaria «hanno fatto emergere modalità estremamente significative sotto il profilo criminale, utilizzate dal clan Di Silvio per l’acquisizione violenta di consistenti partite di cocaina da altri gruppi criminali senza corrisponderne il prezzo. Lo stupefacente, una volta acquisito, veniva distribuito tra i componenti del clan per essere piazzato sul mercato locale, senza alcuna possibilità di ritorsioni da parte dei trafficanti espropriati, a testimonianza della forza mafiosa esercitata dai Di Silvio sul proprio territorio».

Nell'ordinanza vengono contestate anche alcune estorsioni «commesse con modalità particolarmente pesanti e con le aggravanti di aver agito in più persone, sotto la minaccia delle armi, da parte di soggetti appartenenti ad un’associazione per delinquere di cui all’art. 416 bis e con l’utilizzo del relativo metodo mafioso.»

Si tratta, nel primo caso, di considerevoli somme di denaro «estorte ad un avvocato di Latina, al quale è stata garantita protezione dietro la falsa prospettazione di essere gravemente esposto alla vendetta di esponenti della camorra napoletana per fatti inerenti la propria attività professionale». Svariate migliaia di euro in diverse tranche, «nonostante avesse dimostrato di essere stato lui a subire condotte minacciose ed estorsive da parte di un soggetto di cui aveva assistito legalmente una congiunta».

La seconda estorsione contestata nel provvedimento «si è, invece, concretizzata in una pluralità di pesanti richieste economiche rivolte ad un importante imprenditore florovivaistico del territorio, terrorizzato dagli esponenti del clan Di Silvio e costretto a consegnare, a più riprese, rilevanti somme di denaro, a seguito delle continue visite di alcuni degli indagati, nonostante questi avesse tentato di farsi proteggere da un sorvegliato speciale amico del capo clan».


 
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