Stabilimento in fiamme, il giudice: «Contrasti per le concessioni». Le intercettazioni tra madre e figlia: «Fatte lo segno della croce... è un bel casino»

Tatiana Rizzi, 34 anni
di Marco Cusumano e Stefano Cortelletti
5 Minuti di Lettura
Martedì 11 Ottobre 2022, 11:45 - Ultimo aggiornamento: 12:31

Ci sono i contrasti legati alle redditizie attività balneari sul lungomare di Sabaudia dietro il devastante incendio che, nella notte tra il 5 e il 6 gennaio scorso, distrusse il chiosco Duna 31.5. I carabinieri di Sabaudia hanno indagato per nove mesi prima di arrivare a dama individuando presunti mandanti ed esecutori del rogo.

Ad aver pianificato l'azione sarebbero state madre e figlia: Mirella D'Indio, 67 anni, e la fotomodella Tatiana Rizzi di 34 anni. Secondo l'accusa avrebbero ingaggiato due giovani di Sabaudia, pagandoli appena 500 euro, per appiccare le fiamme allo stabilimento rivale che aveva ottenuto la concessione balneare alla quale loro stesse aspiravano. Le mandanti sono finite agli arresti domiciliari mentre i due esecutori di Sabaudia sono in carcere: si tratta di Valerio Toselli e Simone Petrucci, entrambi sulla trentina.

L'indagine è coordinata dal procuratore aggiunto di Latina, Carlo Lasperanza, e dal sostituto Daria Monsurrò. Quella notte, in pieno inverno, i vigili del fuoco lavorarono a lungo per spegnere le fiamme che avevano ormai divorato gran parte della struttura in legno, con un basamento di circa 200 metri quadri e con due aree superiori di circa 40 metri quadri ognuna. Nessuna immagine era disponibile visto che l'impianto di videosorveglianza del chiosco fu distrutto dalle fiamme, la zona era completamente deserta e dunque nessun testimone a parte il vigilante di passaggio che lanciò l'allarme.

Uno spiraglio per le indagini arrivò dopo il ritrovamento di una bottiglia contenente dei residui di liquido infiammabile, conferma definitiva dell'origine dolosa dell'incendio. Partirono così gli approfondimenti, i militari ascoltarono diverse persone tra cui i titolari dello stabilimento incendiato e i titolari delle attività dei chioschi vicini. Grazie alle intercettazioni telefoniche emerse un quadro di forti contrasti tra i titolari soprattutto in vista della scadenza delle concessioni demaniali.

«I sospetti - spiegano i carabinieri - hanno permesso di appurare come l'incendio sia effettivamente stato commissionato dai titolari di una concessione per noleggio di sdraio e ombrelloni cessata a seguito di ripetute violazioni accertate dai carabinieri Forestali del Parco di Fogliano e recentemente riaperta in un'altra località del lungomare e che avrebbe già avuto diversi screzi con i titolari dello stabilimento incendiato».

IL MOVENTE
Le presunte mandanti gestivano il noleggio degli ombrelloni conosciuto come L'Ultima spiaggia e, secondo gli investigatori, avevano avuto dei pesanti contrasti con le titolari dello stabilimento Duna 31.5 per motivi di carattere economico legati anche ad alcune proprietà vicine. Contrasti che, secondo il gip Giorgia Castriota che ha firmato l'ordinanza, tuttavia non emergono chiaramente dalle telefonate intercettate: «Nelle telefonate - scrive il gip - non si fa mai riferimento al movente e del perché dopo anni si è giunti ad una conclusione con un reato di tale gravità, ma appare evidente che si tratta esclusivamente di una forma di gelosia, tra donne, dovuta ad interessi economici».

Il giudice descrive le indagate come persone «con un profilo criminale apparentemente non adeguato alla gravità dei fatti trattati ma che hanno dimostrato, per appagare un loro risentimento, totale spregiudicatezza tanto da arrivare ad assoldare due soggetti» per compiere l'attentato.

In sostanza, secondo gli investigatori, madre e figlia avrebbero agito per risentimento nei confronti delle proprietarie dello stabilimento incendiato che «risultarono vincitrici della procedura di gara per l'aggiudicazione della concessione balneare negata alle indagate».

LE INTERCETTAZIONI
Dopo essere state interrogate dai carabinieri madre e figlia, intercettate al telefono dagli investigatori della Procura di Latina, commentano le loro dichiarazioni con toni coloriti.

Mirella D'Indio dice: «M'ha detto il 6 gennaio dove eravate, e chi se ricorda gli ho detto io...».
Tatiana Rizzi: «Non t'hanno chiesto se... puoi pensà chi è stato?»
M. «No questo no! Solo non capisco Valerio che ci fa là»
T. «Hè»
M. «Non riesco a capire quello, allora s'è fatto vedè? Vero? Il guardiano...»
T. «Te do na pizza m'bocca!»
M. «Non lo so»
T. «Na pizza m'bocca, te faccio cadè tutti li denti!»

Più tardi, continuando a commentare gli interrogatori in corso, Tatiana Rizzi dice: «Guarda che se l'hanno tenuto tutto sto tempo là, l'hanno chiappato? o l'hanno arrestato? Fatte lo segno della croce, bello... bel casino guarda... ma no, se uno non ce l'ha le prove no? Hai capito quello che voglio dì? (...) Cioè, m'hanno detto che tu sì ito a dà foco a là... e c'hai le prove? no, hai capito quello che voglio dì... (...) Cioè loro le prove non ce l'hanno per sentito dì... a meno che uno non parla al telefono...».

Esattamente ciò che stava accadendo in quel momento con le intercettazioni in corso da parte degli investigatori.

LA PROTAGONISTA
E' una presenza fissa alle sfilate organizzate in provincia di Latina. Tatiana Rizzi, 34 anni compiuti tre giorni fa, si è sempre distinta per eleganza e bellezza: è attesa domenica prossima al Galà degli Sposi, l'evento dedicato ai futuri sposi, organizzato presso Villa Cavalier a Sabaudia ma probabilmente dovrà passare il testimone. Ventunomila follower su Instagram, foto con decine di apprezzamenti, la sua professione di indossatrice l'ha portata a calcare le passerelle di tutta la Regione e, a quanto pare, è anche molto ricercata soprattutto nel campo del wedding: valorizza gli abiti come nessuna sa fare si legge sul sito del fotografo Giovanni Scirocco. Terracina, San Felice Circeo, Borgo Vodice, Sabaudia: Tatiana è richiestissima come modella, un'agenda che gestisce in prima persona, senza necessità di intermediari. Ormai il suo è un nome conosciuto nella provincia. Questa estate è stata una delle protagoniste del Cams defilè tour a Terracina, all'ombra del tempio di Giove Anxur, e a San Giovanni Incarico in provincia di Frosinone. Tatiana è anche apparsa in tv nel 2017 nella fiction di Canale Cinque Le tre rose di Eva, ma la sua è una carriera sulle passerelle.

Attivissima sui social, documenta ogni shooting fotografico ricevendo apprezzamenti unanimi. Nelle stories di Instagram tuttavia mostra anche qualcosa di sé e della sua vita familiare: video con il suo cane, il gatto, i parenti. Ci sono anche parecchi scatti della spiaggia libera attrezzata che gestiva insieme alla mamma fino a pochi anni fa e protagonista dell'inchiesta che ha fatto scattare anche nei suoi confronti i domiciliari. Riservatissima, al contrario, rispetto alla sua vita sentimentale. Chi la conosce la descrive come una ragazza che, a dispetto della sua appariscenza, è umile e professionale.

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