Associazione per delinque finalizzata allo spaccio di droga: è questo il reato contestato dalla Dda di Roma a Pietro Canori (72 anni), Fabio Nalin (51), Massimiliano Frattarelli (50) e Antonio Zuccaro (34), arrestati ieri mattina dal Nucleo Investigativo del Reparto Operativo del Comando Provinciale dei Carabinieri di Latina coadiuvato, nella fase esecutiva, dal Raggruppamento Aeromobili Carabinieri di Pratica di Mare e dai Carabinieri delle Compagnia di Latina e Terracina.
I quattro sono accusati, a vario titolo, di far parte di un'associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti: un giro di cocaina, marijuana, hashish e amnesia che copriva l'area di Latina e dei Monti Lepini e per il quale sono al momento indagate undici persone.
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Altro volto noto è quello di Pietro Canori, il quale invece assicurava la vendita stabile della droga procurata da Nalin a Latina: il settantaduenne di Priverno stoccava, tagliava, pesava e confezionava il prodotto, rifornendo i pusher incaricati dello spaccio al dettaglio. A seguito del suo arresto, avvenuto nel 2019, Canori avrebbe poi incaricato di tale compito Antonio Zuccaro, il terzo degli arrestati: a quel punto era il trentaquattrenne a gestire lo spaccio a Priverno, un business che al suo predecessore puntualmente sostenuto anche in carcere fruttava circa 2000 euro a settimana. Le manette, infine, sono scattate anche il cinquantenne Massimiliano Frattarelli: secondo l'accusa si occupava di trasportare lo stupefacente acquistato a Latina da Nalin fino Priverno, assicurando così l'approvvigionamento della rete di spacciatori locali. Frattarelli, inoltre, era anche una sorta di "portavoce" di Nalin; toccava a lui diramare le comunicazioni del capo, un "fedele soldatino", come definito dagli stessi inquirenti.
In questo modo gli indagati, grazie alla loro consolidata esperienza nello smercio di droga, oltre ad una solida rete di complici, smerciavano lo stupefacente avvalendosi della piazza di spaccio di via Madonna delle Grazie, dove spesso le sostanze arrivavano attraverso autobus di linea: un escamotage utilizzati dai corrieri per non essere rintracciati con la droga rendendo anche più difficile l'intercettazione ambientale. A contribuire in maniera decisiva all'esito delle indagini, oltre alle parole di una persona minacciata dal gruppo, anche le dichiarazioni di Agostino Riccardo, collaboratore di giustizia che ha descritto alla Dda di Roma le origini del sodalizio, il cui modus operandi è stato successivamente ricostruito grazie a diversi arresti e più di un sequestro di cocaina, hashish, marijuana e amnesia.
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