Aprilia, il nodo delle periferie e un obiettivo: 105 mila abitanti

Aprilia, il nodo delle periferie e un obiettivo: 105 mila abitanti
di Stefano Cortelletti
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Domenica 7 Giugno 2020, 11:27

Tempo di bilanci per l'ufficio risanamento periferie di Aprilia, nato a fine 2018 con il compito di agevolare sanatorie, allacci e realizzazione di opere di urbanizzazione nei quartieri dove tra gli anni sessanta e settanta sono sorte migliaia di costruzioni abusive e che, da piano regolatore e secondo la variante di recupero, prevede una crescita degli abitanti di Aprilia dagli attuali 75mila a 104.188 residenti.
L'obiettivo è la riqualificazione urbana e ambientale delle periferie: l'ufficio ha terminato la ricognizione sullo stato del risanamento ma il quadro che ne esce non è dei migliori. Sono 17.409 le domande di condono edilizio presentate. Considerando che nel 2019 sono state rilasciate 210 autorizzazioni, il Comune stima che per sanare tutte le situazioni ci vorranno almeno 30 anni.

Oneri record
E dire che per il Comune si tratterebbe di incassare circa 17 milioni di oneri di urbanizzazione: «È chiaro che bisogna attuare delle azioni volte ad incrementare il numero dei procedimenti definitivamente conclusi», scrive il dirigente dell'urbanistica del comune di Aprilia Paolo Ferraro. L'ufficio per il risanamento delle periferie, voluto dall'assessore all'Urbanistica Salvatore Codispoti, ha anche effettuato una ricognizione sulle richieste di autorizzazione e nulla osta pervenute da insediamenti domestici di competenza comunale non serviti da pubblica fognatura. Ad Aprilia nel 2014 è stato varato un regolamento che stabilisce che ogni titolo abilitativo, anche in sanatoria, è subordinato all'esistenza di un impianto di smaltimento reflui.

Gli allacci alla fognatura
Le domande giunte fino a ora sono 2.591. In aumento le domande di autorizzazione allo scarico degli edifici di nuova realizzazione: «Il problema generato dal ritardo dell'ampliamento del depuratore di via del Campo sta mettendo in difficoltà molti operatori e, di conseguenza, gli uffici comunali», scrive ancora Ferraro. Sono stati stimati circa 8.000 abitazioni in zone non servite dalle urbanizzazioni primarie. Solo un quarto possono essere allacciate in fogna: per le altre «si dovranno prevedere interventi mirati di natura consortile o promuovere gli adeguamenti con impianti autonomi».
Di certo, questi dati pongono «una questione seria circa gli interventi necessari per la riqualificazione ambientale». Sono sette gli acquedotti presenti ad Aprilia, ma i circa 5.000 i pozzi autonomi rappresentano «un veicolo importante per l'inquinamento della falda». «Su questo tema non risulta nessuna programmazione di interventi da parte dal gestore del servizio idrico», è scritto ancora nella relazione, nella quale si suggerisce «acquedotti consortili» e un regolamento per «governare la qualità costruttiva dei nuovi pozzi».

Le soluzioni
«In assenza di un grande investimento pubblico e una efficace intervento del gestore del servizio idrico, bisognerà provare a percorrere soluzioni che abbiano come esclusivi attori l'amministrazione comunale e i cittadini». La strada della costituzione dei consorzi sarebbe quella più coerente, ma nessuno di quelli attualmente costituiti «presenta i requisiti per affrontare con efficacia il percorso necessario al conseguimento degli obiettivi» di risanamento. La fotografia della situazione attuale servirà come base per iniziate a programmare il risanamento, ma serviranno risorse e personale. 
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