Al Foro Italico sbagliata la data dell'iscrizione dedicata a Littoria: un errore che dura da 80 anni

Foro Italico, l'iscrizione dedicata a Littoria con la data sbagliata
di Vittorio Buongiorno
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Martedì 14 Febbraio 2017, 12:20 - Ultimo aggiornamento: 12:36

Una scoperta? Sembrerebbe proprio di sì. Un giallo storico? Per chi ama il genere le premesse ci sono tutte. Parliamo di Littoria e del Fascismo, della tiepida considerazione del Duce per la città nuova poi diventata, nella storiografia di genere, la prediletta. Già, perché invece oggi scopriamo che nel luogo simbolo della storiografia fascista, il ricordo delle città nuove è stato letteralmente calpestato sbagliando le date che dovevano consegnarlo alla storia. Il luogo è piazzale dell'Impero, realizzato nel 37, che oggi conosciamo come Foro Italico a Roma. Un luogo dove troneggia l'obelisco con la scritta Dux e dove vengono ricordate su 22 grandi blocchi rettangolari di travertino le date simbolo del fascismo. Dalla Fondazione del Popolo d'Italia alla Proclamazione dell'Impero, passando per la Fondazione di Littoria, Pontinia e di Aprilia. Una summa marmorea dei fasti del fascismo (a cui si pose rimedio nel 1960 indicando sugli ultimi blocchi la caduta del regime e la proclamazione della Repubblica). Ma. Perché c'è un ma, anzi ce ne sono probabilmente quattro.
 

 


Quattro errori lungo il viale che porta allo stadio Olimpico e che settimanalmente la domenica decine di migliaia di appassionati percorrono per andare a vedere le partite di Lazio e Roma. Ma anche quelle di rugby. Già, perché sabato, andando a vedere Italia-Irlanda del 6 nazioni, un padre racconta a suo figlio un po' di storia dal vero leggendo quelle iscrizioni. Il ragazzo lo guarda e dice: «Papà, ma che dici? La data mica è quella». Possibile? Prendono il cellulare e chiamano Il Messaggero. «Scusate, ma questa data non è sbagliata?».
L'iscrizione recita: XIX dicembre MCMXXXII FONDAZIONE DI LITTORIA. Il primo errore è evidente: la data è sbagliata, da 84 anni si festeggia il 18 dicembre. Il secondo errore è in quel fondazione di Littoria, quando la data è riferita invece all'inaugurazione. Già, perché la posa della prima pietra, dunque la fondazione di Littoria data 30 giugno 1932.

Possibile? La "prediletta del duce" bistrattata nel luogo simbolo dei fasti fascisti? Un clamoroso lapsus freudiano? Più banalmente, forse, cercando la data corretta (all'epoca non c'era ovviamente internet) ci si basò sui giornali. E, il 19 dicembre 1932, effettivamente in prima pagina Il Messaggero titolava: «Mussolini consacra a Littoria l'opera di redenzione dell'Agro Pontino». Sarebbe bastato leggere l'attacco dell'articolo per ricordarsi che i giornali escono, ovviamente, il giorno dopo i fatti raccontati: «Oggi, 18, giorno del dicembre dell'anno XI, il nuovissimo comune di Littoria (...) è entrato ufficialmente nella grande famiglia italiana». E d'altra parte anche il discorso del duce non lascia dubbi: «Noi, oggi, con l'inaugurazione ufficiale, del nuovo comune di Littoria, consideriamo compiuta la prima tappa del nostro cammino». Inaugurazione, dunque. Bastava leggere Il Messaggero, anzi Il Meridiano perché all'epoca una curiosa legge vietava che i giornali uscissero sette giorni su sette, vincolo aggirato cambiando la testata dell'edizione del lunedì.

Ma, ci sono altri errori. Basta spostarsi di qualche metro a sinistra per trovare incise su un altro monolite le date della fondazione di Pontinia e di Aprilia. Anche qui un pasticcio. Un doppio pasticcio. L'iscrizione recita: XVIII DIC MCMXXXV IL DVCE FONDA PONTINIA e, sulla riga sottostante: XXIIII APR MCMXXXVI IL DVCE FONDA APRILIA. Le date non tornano neppure qui. Aprilia viene fondata il 25 aprile del 1936 e inaugurata il 29 ottobre del 1937, quindi è giusto parlare di fondazione, ma la data è sbagliata: non il 24 ma il 25. La data di Pontinia invece è quella dell'inaugurazione: 18 dicembre del 35, mentre la posa della prima pietra è di un anno prima: 19 dicembre 1934.
Le altre date delle iscrizioni sembrano tutte giuste, gli unici errori riguardano le Città Nuove. Curioso. Toccherà agli storici provare a spiegare perché. Il cronista si limita a evidenziare l'errore e ringraziare Armando e suo figlio Lorenzo, e più in generale i lettori, nostri occhi sul territorio.
Vittorio Buongiorno
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