Appello della Cna: «Acconciatori ed estetisti devono ripartire subito»

Appello della Cna: «Acconciatori ed estetisti devono ripartire subito»
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Martedì 28 Aprile 2020, 17:27
Un appello per consentire ad acconciatori ed estetisti di riprendere a lavorare subito. Questo l'appello della CNA per un settore strategico dei servizi alla persona di cui ancora appare incerta la fase di riapertura.

«Le nostre imprese risolvono i problemi di oggi con il lavoro di domani ma se il futuro rimane cosa incerta la situazione diventa ogni giorno più difficile» afferma Antonello Testa direttore della CNA Latina.

«Quando parliamo di acconciatori, estetisti - spiega Testa - parliamo di un settore che, con 135mila imprese e oltre 260mila addetti, partecipa in maniera determinante all’economia italiana, oltre a essere essenziale per garantire il benessere della popolazione. E' incomprensibile come nei loro confronti ci sia una preoccupante disattenzione da parte del Governo. Infatti nel DPCM del 26 aprile non si fa alcuna menzione a una possibile data di riapertura delle imprese di acconciatura ed estetica salvo che nella conferenza del Presidente del Consiglio si è parlato di uno slittamento del riavvio di tali attività a giugno.

Siamo convinti che, il comparto, a tutela di clienti e dipendenti, può già offrire tutte le garanzie necessarie a riaprire saloni di acconciatura e centri estetici nella massima sicurezza, rispettoso delle più rigorose norme e procedure igienico-sanitarie emanate a seguito del COVID-19.

Se il Governo ritiene che debbano essere definite ulteriori condizioni, che le definisca da subito per consentire di riaprire al più presto. Appare sempre più evidente che le imprese sono ormai allo stremo delle forze e le loro condizioni finanziarie sono così gravi da destare preoccupazione anche sul fronte della tenuta sociale. È quanto mai necessario - conclude il direttore della Cna - che il Governo dia subito segnali chiari e risposte certe. Per quanto ci riguarda interesseremo a partire dai livelli locali tutte le figure istituzionali competenti».
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