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La giovane «si sarebbe recata presso il punto di Primo soccorso nell'isola, decidendo di farsi visitare dalla guardia medica di turno. Il medico in tale sede le avrebbe quindi praticato le prime cure del caso per poi consigliarle di recarsi presso l'ospedale più vicino, ovvero il Dono Svizzero di Formia, utilizzando il mezzo navale di collegamento fra le due località del sud pontino». «Senonché durante il tragitto effettuato attraverso l'imbarcazione, le condizioni della donna sarebbero peggiorate, tanto che la stessa avrebbe avvertito in misura ancora più intensa i sintomi di un aborto spontaneo. I sanitari presenti sulla nave avrebbero contattato il personale del 118 per un soccorso urgente da attivarsi tramite l'ambulanza».
Una volta giunta sulla terraferma «la giovane donna sarebbe stata trasportata dal mezzo del 118 fino al Dono Svizzero di Formia. Ma a quel punto i sanitari non avrebbero potuto fare altro che constatare l'avvenuta interruzione di gravidanza, purtroppo involontaria». Di qui la richiesta di verificare «se il fatto narrato corrisponde effettivamente al vero» da parte di Simeone, che nella lettera sottolinea «come notizie di questa portata non possono non accentuare il senso di sconforto dell'utenza pontina, anche in considerazione dei tanti problemi che affliggono quotidianamente la sanità della provincia di Latina».
Sulla vicenda è intervenuta la Asl di Latina, precisando che «in base agli elementi conoscitivi a disposizione, il professionista che si è occupato del caso ha seguito i protocolli da adottare nelle circostanze di cui trattasi. È quindi prematuro parlare di 'malasanità'.
Dispiace per l'accaduto e la Direzione della Asl è vicina al dolore della famiglia. Ovviamente verranno effettuati ulteriori accertamenti anche al fine di sgombrare il campo da possibili equivoci».
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