A Monte San Biagio non c’è più posto per morire, l’esposto del sindaco:
«Senza nuovi loculi ci saranno ripercussioni igieniche»

Il cimitero di Monte San Biagio
di Barbara Savodini
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Giovedì 22 Settembre 2016, 17:06 - Ultimo aggiornamento: 23 Settembre, 11:45
MONTE SAN BIAGIO - Il numero dei loculi è assai limitato, a breve non ci sarà più posto per alcuna sepoltura nel Comune di Monte San Biagio, ma l’Autorità dei bacini regionali del Lazio continua a negare i permessi per l’ampliamento del camposanto. Al primo cittadino Federico Carnevale non è restato altro da fare che presentare un esposto. Del caso sono stati interpellati la Procura della Repubblica di Latina, il prefetto Pierluigi Faloni, il presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti e il ministro delle Infrastrutture Graziano Delrio.

A Monte San Biagio continuano infatti a morire cittadini con una media di 50-60 ogni anno ma, puntualmente, si ripresenta il problema della carenza dei loculi. Le strutture approntate in maniera estemporanea non sono più sufficienti e il Comune ha urgentemente bisogno di un cimitero più grande. Il braccio di ferro tra l’Autorità e il Municipio, al momento, si gioca tutto sul pericolo frana della zona in cui ricade il camposanto: secondo l’ufficio regionale, infatti, nell'area in questione non è possibile fare nessun ampliamento, secondo il Comune, invece, la norma è stata mal interpretata in quanto si tratta di una struttura di pubblica utilità in un punto non abitato.

“Per parlare di pericolo – si legge infatti nel documento – è necessario che vi siano elementi a rischio, vite umane o cose. […] L’Autorità dei bacini regionali del Lazio continua ad applicare la normativa in maniera errata”. Al Comune e al sindaco Federico Carnevale non è restato dunque altro da fare che presentare un esposto. «In aggiunta ai rimedi amministrativi e giurisdizionali previsti dalla legge a cui questo Comune riterrà di ricorrere – spiega al proposito il primo cittadino -  la presente comunicazione, anche a titolo di esposto, viene inoltrata alle autorità al fine di fronteggiare una vergognosa e ingiustificata situazione di stallo con ripercussioni sulla pubblica igiene e sulla pubblica utilità». 
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